Guisgard restò un attimo stupito dalle parole di Talia.
In quel momento rivide lo sguardo luminoso di quella ragazza ed il suo sorriso, durante la loro colazione fatta in quella casa, la loro recita coniugale e le risate dopo averla fatta in barba ai loro inseguitori.
Forse davvero quella ragazza si era sentita viva per la prima volta solo durante quei momenti.
In un mondo in cui tutti gli avevano voltato le spalle, in cui tutti lo avevano giudicato, in cui tutti lo avevano condannato, forse solo lei gli aveva dato la sua fiducia.
In questo immenso dramma che lo vedeva protagonista, lui si era ritrovato da solo.
E solo lei gli era rimasta vicina, fidandosi a tal punto da mettere la propria vita nelle sue mani.
Allora, con un gesto di rabbia verso se stesso, spronò il suo cavallo, aumetò l'andatura e raggiunse il cavallo di Talia.
L'affiancò, intimandogli di rallentare e prese le briglie che la ragazza stringeva.
"Sono stato un idiota..." disse con il suo solito sorriso un pò guascone, che spesso usava per celare i suoi stati d'animo reali "... potrete perdonarmi? Siamo amici ormai, no? Accettate le mie scuse e la mia amicizia? O devo pagare pegno per avere la vostra di amicizia?"
Si voltò poi verso il bosco ed aggiunse:
"Lui è il nostro vero alleato... ci saprà proteggere. Andiamo, proseguiamo il nostro viaggio verso la libertà."