Le pandemie e gli sconvolgimenti religiosi che hanno caratterizzato i secoli del medioevo dal XIV e XV, hanno contribuito a modellare l'ideale della donna...e in particolare nell'ambiente delle meretrici.
Non era il seno il richiamo erotico ma bensì il piede e il polpaccio: essi dovevano essere coperti perché offrivano un chiaro richiamo sessuale. Anche il ventre era considerato un richiamo erotico: doveva essere accentuato in quanto simbolo della fertilità tanto che molte donne utilizzavano lo stratagemma di imbottirlo per renderlo più voluminoso.
Come "biancheria intima" si utilizzava una specie di slip: ma era un indumento indossato in particolare dalle donne appartenenti ad una classe sociale più elevata. Si pensava, però, che non fosse così salutar in quanto non permetteva la traspirazione della pelle.
Le popolane indossavano abiti pratici, comodi, mentre le cortigiane d'alto bordo si vestivano come le nobildonne, tant'è che era difficile distinguerle...
Una particolarità: le prostitute veneziane -si sosteneva all'epoca che erano le più belle donne del mondo conosciuto- indossavano alte scarpe con zoccoli di legno alti fino a 50 cm.
Come suddetto..era difficile distinguere le donne oneste dalle donne che svolgevano il servizio più antico del mondo: a tal proposito vennero promulgate delle leggi. Una in particolare riguardava proprio il "marchio di distinguo" che contraddistingueva proprio le meretrici: quest'ultime dovevano indossare vesti gialle.
A Venezia vi è un ponte, chiamato Ponte delle Tette, (dovrei aver la foto da qualche parte..se la recupero la posto) e questo ponte porta questo nome caratteristico proprio per la presenza di bordelli: le donne si affacciavano ai balconi mostrando i seni per addescare i passanti.
Se non ricordo male, e se la cosa vi fa piacere, dovrei avere su qualche libro i tariffari...spulcerò nei prossimi giorni e vi renderò noto