"Io non capisco, milady..." disse Mion a Polgara "... ma cosa volete dimostrare? Perchè correre questo rischio?"
Ma il giovane aveva già fatto strada a Polgara.
In breve la ragazza fu condotta all'interno di un vasto e lussureggiante verziere.
Sfarzose fontane ne ornavano le piccole piazzette che si aprivano all'incrocio delle stradine che lo percherrevano in lungo ed in largo.
Uccelli dal raro piumaggio cantavano melodiosi sui rami di alberi sconosciuti alla ragazza.
Ad un tratto, giunti in una piccola radura, Polgara ed il giovane accompagnatore, furono accolti da alcune ancelle.
Erano vestite alla maniera celtica ed erano giovanissime.
"Perchè entri nel mio giardino, ragazzo?" Chiese all'improvviso una voce che proveniva da dietro a quelle ancelle.
"Mio signore..." rispose chinandosi il ragazzo "... questa dama chiede di sfidarvi..."
"Una dama?" Ripetè quella voce. "E perchè mai una dama ha deciso di morire per mano mia?"
"Non so, mio signore." Rispose il giovane. "Non mi intendo di queste cose."
Allora le ancelle si divisero e finalmente si mostrò colui che aveva parlato al giovane.
Era un uomo alto e robusto.
Vestito di un lungo mantello ed armato di una lunga ascia.
Il volto era rude e l'espressione accigliata.
Il capo era rasato ed una barba incolta copriva le sue guance ed il suo mento.
"Non so perchè siate qui, milady..." disse Cimeric a Polgara "... forse cercate qualcosa o forse tentate di fuggire da qualcosa... ma sappiate che qui troverete solo dolore, pianto e lutto..."
E si fermò a fissarla.