La strada dai grandi ciottoli di pietra era appena inumidita dalla nebbia della sera.
La Luna diffondeva un pallido chiarore sul suo cammino ed un silenzio assoluto lo circondava, rotto solo dal rumore dei suoi passi.
Ad un tratto un'ombra lo incrociò.
"Scusate, vorrei sapere..." cominciò a dire Guisgard.
"Perdonate, ma sono in ritardo..." lo interruppe l'ombra "... la messa è appena finita e se non mi affretto stanotte resterò chiuso fuori."
Guisgard fissò incuriosito quella figura mentre scompariva lungo la strada.
Riprese allora il suo cammino, fino a quando giunse davanti ad un grande bancone, sul quale vi erano tantissimi oggetti di diverso genere.
"Volete acquistare qualcosa?" Chiese il mercante.
"Non credo di avere soldi con me." Rispose Guisgard.
"In città è giunto un vecchio ebreo..." aggiunse il mercante "... potreste farvi prestare il denaro da lui."
"Sono cristiano e la Chiesa vieta di ricorrere agli usurai."
"Si, vi comprendo... del resto il denaro degli infedeli conduce sempre alla rovina."
E salutato il mercante, Guisgard continuò per la sua strada.
Ma poco dopo un'altra figura gli apparve lungo il cammino.
Era un ragazzo dal curioso abbiglio.
"Sei solo, cavaliere?" Chiese con la sua sgradevole voce.
"Si, sono solo."
"Tanto lo sai già, vero?"
"Cosa?" Chiese Guisgard.
"Talia è andata via con Iwan."
"Non è vero!"
"Si, sono tornati a Carcassonne dal visconte, il padre di lei." Ribattè il ragazzo con un ghigno beffardo. "Il visconte pur di riavere sua figlia con sè ha acconsentito alle loro nozze."
Il cavaliere allora sentì una profonda angoscia e fissò quel ragazzo, che ridendo si allontanava.
"Il vescovo è giunto!" Gridò da lontano un uomo. "Scappate, cavaliere!" Urlò poi a Guisgard.
Allora dai tetti delle case cominciarono a cadere decine di frecce.
"I soldati del vescovo!" Gridò sempre quella voce. "Riparatevi dagli arcieri!"
Ma mentre cercava riparo in un vicolo buio, una freccia colpì Guisgard al fianco.
Il dolore intenso al fianco lo svegliò.
Era lacerante.
Si guardò intorno e riconobbe il familiare ambiente che lo circondava.
Era nella sua stanza, a casa degli zii.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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