Intanto, al monastero, Elisabeth aveva accanto la giovane Edell.
Questa all'improvviso le sorrise e le fece cenno di seguirla.
Le due attraversarono un lungo corridoio e scesero una scala di pietra consumata.
Giunsero così davanti ad una porta di legno massiccio.
Edell estrasse da una tasca una chiave ed aprì quella porta.
La stanza era semibuia e si intravedeva una sagoma seduta su un seggio.
All'improvviso proprio quella sagoma si abbandonò ad una grottesca risata, mentre Edell accendeva un grosso cero posto sul tavolo.
Elisabeth vide così il volto di quella sagoma.
Era una vecchia suora, col viso segnato da profonde rughe e gli occhi grandi e stravolti che la fissavano.
Aveva polsi e caviglie legate da catene che la inchiodavano al suo seggio.
Osservò Elisabeth e di nuovo qualla folle risata alterò in maniera innaturale il suo volto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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