La luce del mattino, delicata, si posò sul viso di Talia.
Dolcemente la ragazza fu svegliata dall'incanto di quella mattinata, con tutti i colori ed i suoni della campagna di Capomagnus.
Il letto era morbido e le lenzuola profumate ed un intenso odore di latte calde e pane appena sfornato saliva lungo la piccola finestra ovale.
La ragazza scese così dal letto, camminando a piedi nudi, mentre i luminosi raggi del Sole rendevano, inondandola, ancor più bianca la sua camicia da notte.
I lunghi capelli scendevano liberi sulle spalle ed un'espressione serena rendeva ancor più aggraziato il suo già bellissimo volto.
Talia si affacciò alla finestra e con lo sguardo, non acora del tutto abituato alla luce del giorno, abbracciò l'intero paesaggio che avvolgeva il vecchio borgo.
Lo zio di Guisgard la vide e la salutò.
"Ben svegliata!"
Talia sorrise e rispose agitando, un pò come una bambina felice e spensierata, la mano.
E dopo essersi lavata la faccia con la fresca acqua del catino, scese giù, dove trovò la zia intenta a preparare la colazione.
"Focacce e marmellata di frutti di bosco e latte caldo!" Disse la zia.
Talia mangiò tutto con gusto ed assaporò quel denso e dolcissimo latte.
Ad un tratto udì un deciso nitrito ed una voce che la chiamava.
"Talia, dove sei?" Chiamava Guisgard. "Vieni fuori presto!"
La ragazza corse fuori, restando sorpresa da ciò che vide.
Un bellissimo cavallo bianco, forte e robusto.
"E'... è bellissimo!" Esclamò.
"Certo e non se ne trovano di migliori!"
"Dove l'hai trovato?" Chiese lei senza smettere di guardare quel superbo cavallo.
"L'ho vinto al gioco ieri sera!" Rispose Guisgard.
"Al gioco?" Ripeté contrariata la zia. "Sai bene che non voglio vederti giocare!"
"Ma dai, zia, scherzavo!" Rispose ridendo Guisgard. "Volevo vedere che faccia facevi! L'ho comprato alla fiera!"
"Ha un nome?" Chiese Talia accarezzando il cavallo.
"Beh, non credo..." rispose Guisgard "... bisognerà sceglierne uno, immagino. Vuoi darglielo tu?"
"Io?" Chiese Talia. "Dici sul serio? Posso?"
"Beh, di solito è il padrone o la padrona a dare il nome al proprio animale."
"Cosa? E' mio?"
"Certo!" Rispose Guisgard. "Così ora non potrai più rifiutare di venire a cavalcare con me!" E le fece l'occhiolino.
"E' mio? Davvero? Non ci credo!"
"Certo!" Rispose Guisgard. "E dimmi, sai cavalcare bene? Altrimenti mi sa che devo darti qualche lezione..."
"So cavalcare benissimo e posso batterti se vuoi!"
"E sia! Ma fisserò io il premio della gara!" E rise di gusto.
E l'incanto di quel mattino a Capomagnus riempì di gioia il cuore di Talia.
Ma un rumore lontano, forse proveniente dalle segrete della torre, svegliò bruscamente Talia.
La ragazza ci mise un pò a rendersi conto di aver sognato.
Ma dopo quei momenti d'incertezza riconobbe il luogo in cui si trovava.
Era la stanza in cui era stata imprigionata.
Sentiva ancora la debolezza su tutto il suo corpo e la testa le girava lievemente.
Quel risveglio fu traumatico.
Quella prigione era reale, mentre l'incanto di Capomagnus era svanito in quel sogno così bruscamente interrotto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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