Correvo. Correvo da un tempo indefinito, tanto che le gambe iniziavano a cedermi per la stanchezza e il fiato mi si era fatto corto. Mi fermai, dunque, e lanciai un’occhiata alle mie spalle cercando un indizio, qualcosa che mi rassicurasse o che mi spronasse di nuovo alla corsa… Ma non vidi niente se non un impenetrabile buio, un muro di oscurità che mi avvolgeva e che mi opprimeva… fu allora che mi resi conto che sarebbe stato impossibile muovermi ancora, sarebbe stato impossibile procedere come tornare indietro, ero in trappola.
Ad un tratto una voce mi fece sobbalzare…
“Ma cosa stai facendo?”
Mi voltai di scatto e lo vidi: veniva verso di me con passo sicuro e più si avvicinava più il buio sembrava diradarsi.
“Raphael!” mormorai “Sei proprio tu?”
“Aspettavi qualcun altro, per caso?” chiese lui con un mezzo sorriso.
“No! E’ solo che… dove siamo?”
Lui si guardò intorno un momento poi rispose: “Non lo so, veramente! Credo che dovresti esser tu a saperlo… Cosa ti sembra?”
Anche io mi guardai intorno e questa volta riuscii a distinguere qualcosa: pareti alte, un soffitto a capriata…
“Sembra la tinaia vecchia…” dissi lentamente “Ricordi quando da piccoli ci andavamo a giocare di nascosto?”
“La tinaia?” Raphael scoppiò a ridere “E va bene, va bene… contenta tu!”
Lo scrutai interrogativa “Che vuoi dire, scusa?”
Lui smise di ridere e tornò improvvisamente serio: “Devi tornare indietro!” disse “Non puoi lasciarti andare!”
“Tornare dove?”
“Devi tornare!” ripeté Raphael “Questo non è ancora il tuo posto!”
“Non voglio tornare in quella torre!” mormorai “Ho paura!”
“Non devi averne più!” sorrise lui “Sai, quel cavaliere… hai ragione: mi piace, dopotutto!”
“Guisgard? Lo so… anche a me!”
Rapheal sorrise: “Allora vai!”
“Ti voglio bene!”
“Te ne voglio anche io… e ci sarò sempre quando avrai bisogno! Ora vai!”
Sospirai profondamente, come se mi fosse mancata l’aria per molti minuti, poi lentamente aprii gli occhi. Un cielo incredibile mi si parò davanti, c’erano tante stelle quante non ne avevo mai viste prima e la loro lucentezza mi parve più fulgida che mai.
Sbattei le palpebre un istante… non ero più nella torre, ero fuori… il fresco, rassicurante profumo notturno della foresta mi raggiunse e io lo respirai a pieni polmoni, sentendo lentamente quella spossatezza abbandonarmi e riprendendo via via funzionalità in ogni parte del corpo.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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