Un cavallo rapido come il vento attraversò la foresta, bruciando la distanza che separava Capomagnus dall'abbazia.
Il cavaliere fu subito condotto da padre Alwig.
"Ecco, questa è la spada che acquistammo col denaro del visconte di Carcassonne." Disse Guisgard mettendo davanti al chierico la sua spada. "Ecco... e con questo si conclude l'ultimo atto di questa immensa farsa."
"Questa dunque non è la vostra spada?" Chiese il chierico.
"No, non lo è." Rispose Guisgard. "E non voglio ciò che non mi appartiene."
"Una volta ho sentito dire che un cavaliere non si separa mai dalla sua spada."
"Non è mia... non era mio il denaro con il quale fu acquistata... ed io non voglio più saperne nè di questa spada nè della persona a cui appartiene!"
Padre Alwig lo fissò per un momento.
Cercava di comprendere cosa davvero avesse nel cuore quell'uomo.
"Già, rammento..." disse il chierico "... infatti voi chiaramente diceste di non voler portarla con voi. Mi riferisco a lady Talia, ovviamente."
"Era pericoloso ed era chiaramente nel suo interesse lasciarla qui." Rispose Guisgard.
"Già... e sia..." continuò il chierico "... comunque sono lieto di rivedervi, mio buon amico."
"E pechè mai?"
"Perchè ho da offrirvi la ricompensa."
"Che ricompensa?" Chiese Guisgard.
"Quella per aver protetto lady Talia ed averla liberata da quell'assassino di Cosimus!" Rispose il chierico. "Il visconte è un uomo generoso e vi è grato per ciò che avete fatto."
"Al diavolo!" Esclamò Guisgard.
"Come dite?"
"Dico che sono tutti una masnada di pagliacci!"
"Misurate le parole e ricordate dove vi trovate!" Lo richiamò il chierico.
"Non voglio nessuna ricompensa!" Disse Guisgard. "Non mi si può trattare come un idiota per poi tentare di comprarmi con il loro sporco denaro!"
"Non vi interessa sapere a quanto ammonta la ricompensa?"
"Non mi interessa!" Rispose Guisgard comminando nervosamente per la stanza. "Sono venuto qui solo per portarvi quella spada! Ora voglio andar via!"
"Siete un bel tipo voi!"
"Bello o brutto, sono come sono!" Replicò Guisgard. "Non sono un pagliaccio, io! Non si ride alle mie spalle! Mi sono fatto ingannare, ma non continuerà questa farsa!"
"Vi hanno... ingannato?" Chiese divertito il chierico.
"Si... ma ora è finita! Tutta questa storia è finita, finalmente!"
"Posso farvi una domanda?"
Guisgard lo fissò.
"Voi l'amate?" Chiese il chierico.
"Quella ragazza è solo una pestifera viziata!" Rispose Guisgard. "Insensibile ed egoista!"
"Ma l'amate?"
"E' la degna rappresentante di un mondo fatto di vanità e superficialità! Ed è colpa di suo padre, perchè io le avrei fatto fare una solenne cura a base di scapaccioni!
"Non mi avete risposto."
"Quella ragazza è una peste e farà dannare chi avrà la disgrazia di sposarla!
Ma ora ha trovato un degno compagno nel duca di Borgogna! Un fellone mal visto dal re e da Roma!"
"Ma voi l'amate!" Esclamò il chierico.
"Si!" Rispose Guisgard. "Ma sono troppo furbo per restare in questa assurda situazione!"
Il chierico sorrise.
"Ed ora qui non ho più niente da fare! Addio, buon chierico e pregate per me!"
E detto questo, Guisgard andò via.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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