Alvien cominciò a pettinare i suoi lunghi capelli.
Li pettinava come sempre faceva, sin dalla sua infanzia.
Ma stavolta, nonostante la sua indole che la portava a parlare sempre molto, la fedele nutrice restò in silenzio.
Amarezza e tristezza dominavano tra le due donne.
"Siete... siete bellissima, milady..." trovò poi la forza di dire "... somigliate sempre più a vostra madre..."
Fissò poi alcune delle sue belle ciocche con un prezioso diadema alveolato.
"Siete pronta..." sussurrò la nutrice alla sua padrona, per poi allontanarsi.
E Talia restò a fissare la luce che entrava da una delle finestre e le illuminava il volto.
Settembre era ormai giunto e l'aria fresca cominciava a rendere più gradevoli quei luminosi pomeriggi.
E Carcassonne, nonostante quella grande amarezza, non era mai stata così bella.
Come un miraggio, un'illusione, che celava invece un'infinita tristezza.