"E sia!" Esclamò entusiasta Mion. "Allora vagheremo per la fiera dino a quando non troveremo qualcosa che ci colpisca ed affascini!"
E così, mano nella mano, i due innamorati vagarono per i banchi, tra i suoini dei musici e le acrobazie dei saltimbanchi.
Ma, ad un tratto, furono fermati da un menestrello.
"Mio bel signore..." disse questi a Mion "... vorreste donare alla vostra amata degli acerbi versi?"
"I tuoi, menestrello?" Chiese Mion.
"Si, mio signore."
"Perchè acerbi?" Domandò lo spadaccino.
"Perchè fioriranno nel vostro amore, mio signore."
Mion fissò Morrigan ed annuì sorridendo.
"Vai, menestrello..." disse "... ma bada che il tuo compito non è meno gravoso di quello di Omero... lui cantava di Elena e tu canterai di una dama non meno bella!"
"Donna, amica e amata, così mi appari nel mutevole ed effimero battito dell'eternità, capace però, con i tuoi sospiri, di rendere eterna la stagione più bella della vita, quella giovinezza che con tutti i suoi sogni, grazie a te, non sfiorirà mai."
E finito di recitare, il menestrello fece un inchinò e si tolse il cappello, mostrandolo a Mion.
"Eccoti una moneta d'ora, mio scaltro e delicato cantore!" Disse Mion. "Te la sei meritata!"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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