Discussione: Fuga nel Crepuscolo
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Vecchio 20-09-2010, 20.00.04   #1335
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Settembre è un mese instabile, un momento sembra che il caldo estivo ancora non ti voglia abbandonare ed un momento dopo giunge il vento impetuoso che ti fa rabbrividire… un mese volubile, imprevedibile… un mese che avevo sempre sentito a me molto affine.
Uscii nel cortile della casa degli zii… c’era vento quel giorno e nel cielo le nuvole, di mille sfumature dal bianco al celeste al grigio madreperlato, si rincorrevano a gran velocità.
Essere di nuovo lì generava una curiosa sensazione in me… tutto sembrava uguale all’ultima volta che c’ero stata, eppure tutto era diverso adesso.
Distrattamente mi sedetti sulla staccionata e chiusi gli occhi, respirando il vento.

L’aria era ferma ed una innaturale calma regnava nel bosco…
Mi guardai intorno, incerta non tanto su dove fossi ma su come ci fossi arrivata, finché una voce alle mie spalle richiamò la mia attenzione.
“Ricordi questo luogo?”
Mi voltai di scatto e sorrisi: il grande albero era esattamente come lo ricordavo, con l’enorme tronco nodoso che si allungava verso il cielo in mille volute e i grossi rami disposti a raggiera quasi a formare una corona… e Raphael era seduto su quel ramo che, scendendo quasi a terra, aveva fornito più di uno spunto per i nostri giochi di bambini, assumendo di volta in volta le sembianze di un temibile drago o di un fiero destriero, di una nave o di un castello incantato.
“Potrei mai dimenticarlo?” risposi avvicinandomi e tendendo la mano perché mi aiutasse a salire. Lui la prese, come tante volte aveva fatto, e mi issò su così che potessi sedermi vicino a lui.
“Speravo di vederti un’ultima volta…” disse ad un tratto, guardando verso l’orizzonte con sguardo serio.
“Perché dici che sarà l’ultima volta?” chiesi.
Lui sorrise: “Non avrai più bisogno di me, adesso! Adesso non sei più sola, dunque non c’è ragione che resti qui…”
Non risposi, non ero certa di ciò che significasse quell’addio… ci riflettei un attimo, poi chiesi: “Che cosa sei tu? Non sei soltanto un mio ricordo…”
Si guardò intorno: “Questo non è un ricordo!”
“No, non lo è! Ma allora?”
“Non tutto al mondo è spiegabile!” rispose lui “Non puoi pretendere di comprendere ogni cosa, anche se è ciò che hai sempre cercato di fare… non puoi comprendere perché ci siano stati concessi questi momenti, né che cosa siano…”
“Però so che dopo mi mancherai!” mormorai.
“La mancanza è inevitabile ma non è più un male, perché ora tutto è diverso! Dimmi, sei felice?”
Sorrisi: “Oh si, Raphael sono felice! Sono più felice di quanto avrei mai potuto immaginare si potesse essere!”
Anche lui sorrise: “Già… l’ho sempre saputo che sarebbe finita così!”
Lo guardai scettica: “Sempre?”
“Sì, dal primo giorno… Anzi, se… beh, se avessi potuto, probabilmente l’avrei preso a botte fin dal primo giorno, quel tuo cavaliere!” e scoppiò a ridere.
“E perché?” chiesi, allarmata.
“Perché sapevo che per causa sua non sarei più stato ‘l’unico uomo della tua vita’ come dicesti una volta…” rispose con quel suo tipico tono canzonatorio, facendomi l’occhiolino.
“Ero solo una ragazzina all’epoca ed ero spaventata perché ti stavo perdendo!” gli feci notare “E comunque tu non ci credesti!”
“E avevo ragione, come vedi!” ribatté “Però… sai, non mi dispiace affatto aver ceduto quello scettro! Non mi dispiace di averlo ceduto a lui!”
Restammo ancora un poco in silenzio, poi lui esclamò: “Ogni giorno che passa somigli di più alla mamma! Tu non la ricordi bene, ma era come te!”
Valutai per un istante quell’affermazione, poi chiesi: “Sarà per questo che il visconte mi odia tanto?”
Raphael sorrise… tra noi nostro padre era sempre stato ‘il visconte’ e basta! Scosse la testa: “Lui non ti odia! E’ così: è rigido, intransigente, altero… ma sei pur sempre sua figlia! Non hai pensato che forse è solo più spaventato e più addolorato di te e che, magari, cerca di proteggersi in questo modo?”
“Da quando la pensi così?” chiesi con voce rigida.
“Da quando vedo le cose da un altro punto di vista!” rispose dolcemente “Smetti di attribuire a lui la colpa per quello che è successo! E smetti di fartene una colpa tu stessa! La decisione di uscire in battaglia fu mia e mia soltanto, tu non mi avresti fermato neanche se ci avessi provato, lo sai!”
“Ma se lui ti avesse dato retta… se non avesse lasciato che uscissi da solo con pochi cavalieri…”
“Non possiamo sapere ciò che sarebbe successo! Lui ha voluto difendere la città e coloro che erano all’interno e, probabilmente, da un lato aveva ragione… Basta con il rancore e con i sensi di colpa adesso!”
Abbassai lo sguardo ma Raphael insisté: “Non possiamo cambiare ciò che è stato, ma tu puoi fare in modo che quel dolore ti rafforzi e non che ti opprima… e credo tu ci sia già in parte riuscita, non è vero?”
Sapevo a cosa si riferiva: per un istante rividi la sera del duello dietro il convento, rividi la camicia di Guisgard strappata e piena di sangue… annuii.
Raphael sorrise: “Quello è il giusto atteggiamento, il rimorso e il rancore sono inutili!”
“Se avessi perso lui...”
“Non è successo!” mi interruppe.
Annuii di nuovo e di nuovo lui mi sorrise.
Improvvisamente si voltò indietro e rimase per un istante immobile, come se qualcosa avesse attratto la sua attenzione…
“Credo che il tuo cavaliere ti stia cercando adesso!” disse dopo un istante, tornando a guardarmi “Ci dobbiamo salutare!”
Io rimasi immobile… mille cose restavano da dire, mille cose che avremmo potuto ancora fare insieme… ma da dove cominciare? Cosa dire ad un fratello che era stato sempre tutta la mia famiglia e al quale avevo voluto un bene oltre l’immaginabile?
Lui sollevò una mano e mi carezzò la guancia…
“Non preoccuparti…” disse, come rispondendo ai miei pensieri “Lo so! So tutto!”
“Raphael…”
“Sii felice, te lo meriti! Ve lo meritate tutti e due!”
Tutto intorno a me iniziava a sbiadirsi e a scomparire, come se si stesse sciogliendo nell’aria…
“Raphael… grazie!”

Aprii gli occhi.
Ero ancora nel cortile, seduta sulla staccionata con la schiena appoggiata di lato ad una delle colonne che sorreggevano il pergolato... il vento era aumentato ed ora soffiava forte dalle colline circostanti, spazzando la campagna con vigore... rabbrividii ma non ci feci caso, ero felice.
Per un istante, solo per un istante, mi chiesi se avessi solo sognato o se qualcosa di reale vi fosse in quell’esperienza... ma Raphael aveva ragione: non tutto al mondo è spiegabile, e io avrei accettato quell’ultimo incontro così!
Fu a quel punto che udii la voce di Guisgard provenire da dentro la casa e la mia gioia, se possibile, si intensificò.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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