I cinque allora uscirono dal palazzo e poi, poco dopo, dalle mura della città.
"Che bellissimi versi, mia signora." Disse Belvan ad Arowhena. "Vi osservavo prima a corte e sono rimasto affascinato dalle vostre conoscenze... sogni, poesia... i miei rispetti, milady."
E così, seguendo le indicazioni di Talia, che ben conosceva quei luoghi, i cinque giunsero nel bosco.
Vi arrivarono nel pomeriggio e gli alti e densi alberi, intrecciandosi fra loro, sembravano voler racchiudere quel mondo in un'abbraccio che anche il Sole faticava a squarciare.
E così, già verso la metà del pomeriggio, la luce cominciava a celarsi ai cinque intrepidi.
Ad un tratto come un fruscio si udì nell'aria.
"Silenzio..." disse Belvan.
Restò un attimo ad osservare e ad ascoltare ciò che lo circondava.
Ad un tratto il bosco sembrò tacere.
Come se i suoi suoni, i suoi versi, persino l'alito del vento, fossero svaniti in un silenzio irreale.
"State in guardia..." sussurrò ai suoi compagni Belvan "... non siamo soli..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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