Nel frattempo, nella grande chiesa di Cartignone, due esseri fatati erano davanti all'altare.
Icarion, come rapito fissava la grande statua posta sull'altare, splendida e meravigliosa, luccicante della luce di decine di candele.
Le grandi arcate si aprivano con somma maestria nelle due navate laterali, illuminate anch'esse da tante candele.
Il culto della cristianità trovava in quel superbo e maestoso edificio una degna celebrazione.
"Guarda Empi..." disse Icarion senza smettere di fissare la statua "... quello è San Michele Arcangelo... è il cavaliere più forte... e a lui è devoto il cavaliere che siamo cercando... ricordo ancora bene la poesia che quel cavaliere accennò davanti ad una statua di San Michele...
... niente è più bello dell'Arcangelo Michele...
che risplende in chiesa al chiarore delle candele..."
Restò ancora qualche istante ad ammirare quella bellissima statua, forgiata nell'oro e nel marmo.
Poi, all'improvviso, si voltò verso la giovane fata.
"Non temere, amica mia... non permetterei mai a nessuno di farti del male..."
E con gesto inaspettato, prese la mano della fatina.
"Chissà quanti cavalieri devoti" aggiunse tornando a fissare San Michele "hanno giurato sollenemente sul loro onore e sul loro amore davanti a questa bellissima statua..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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