Cittadino di Camelot
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Eccola, è giunta sulla soglia, ha superato le alte mura del castello in un istante, nascendo dall’ultimo perlaceo grido della luce… la notte, un’altra notte!
Ne coglieremo ancora il frutto o rifiuteremo questo invito?
Mi ritrovo in un istante a passeggiare lungo queste pareti petrose, profumate di rampicanti e avvinte dall’abbraccio dell’edera… sta diventando a me ogni giorno più cara questa reggia di Camelot, e il suo splendore lontano ha ormai un posto speciale nei miei occhi, nel mio desiderio, in special modo quando, sul far della sera, cavalco per raggiungere il suo abbraccio sicuro, trattenendo quasi il fiato fino al momento in cui giunge al mio orecchio l’ormai familiare stridore dei cardini, quando il ponte levatoio viene sollevato alle mie spalle, io ormai in salvo, io ormai protetta!

Oh, noi pochi, noi felici!
Anche stanotte mi aggiro tra questi vialetti semi deserti, il cui silenzio è appena interrotto da un eco di risate, da un sussurro confidenziale, da un invito alla festa o da un grido di esultanza per i nostri cavalieri che ritornano coperti di gloria… è bella Camelot alla sera, ancor più forse che nel fulgido splendore del mattino… è calma e raccolta, e risplende in cima alla rocca delle sue imperiture luci dorate, come la sabbia che calpesto passeggiando in questo giardino odoroso.
Mi accorgo di stringere ancora tra le mani un fiore… mi è stato donato qualche sera fa, eppure la sua bellezza è intatta, e i suoi petali ancora magicamente turgidi e incorrotti si piegano appena sotto la carezza delle mie dita.
Questa rosa, tutti mi avevano detto che sarebbe morta… ma non è accaduto! Quel cavaliere che me l’ha donata, senza nemmeno averne il sospetto, ha detto il vero… somiglia a me, questa rosa, in qualche maniera inspiegabile… anche di me, tutti dicevano che sarei morta!
Cammino ancora sotto la luna, in silenzio perfetto, cercando di afferrare gli echi della notte… il ricordo degli amici, vicini e lontani, la consolante certezza di non essere sola in questo immenso castello, il rumore assordante della vita che continua a dispetto dei nostri impegni, delle nostre storia diverse, dei diversi luoghi e delle bizzarre occasioni… benedizioni sugli abitanti di Camelot, benedizioni tutte!
Guardo allora la luna, alla ricerca del suo volto più amato, e il mio pensiero non può che andare a colui che è lontano e che adesso si trova per mare… colui che veleggia alla ricerca della sua petrosa Itaca, con l’animo di ritornare…
Io lo aspetto, protetta da queste sacre mura dall’assalto dei vili Proci… e sebbene più sfortunata, io, perché non ho al mio fianco né la consolazione di un giovane Telemaco, né la saggezza di un prode Laerte, ho ancora attorno a me potenti alleati
Così stanotte chiederò a Diana di essere Trivia per guidare la sua prua in giusto porto, e invocherò la Stella che lo guidi in salvo, perché la sua vita mi è più cara di qualsiasi gioiello o tesoro… e quando sarò stanca di pregare mi lascerò cullare dalla dolce notte di Camelot, e in quel silenzio perfetto soltanto il verso di un poeta mi sovverrà alle labbra… “Sono così vicina a te che ho freddo vicino agli altri…”
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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