6
Le sentinelle di Mordred li avevano avvistati all’alba.
Avevano provato a derubarli ma Kane li aveva umiliati.
Aveva disarmato entrambi.
Merlin prese la parola prima che lo spadaccino facesse una carneficina.
- Fermo ragazzo! – intimò, poi si rivolse ai due – vogliamo incontrare Mordred.
- Vecchio pensi che Mordred incontri chiunque? Non sarebbe vissuto tutti questi anni se fosse cosi stupido da farsi avvicinare da qualsiasi sconosciuto. – replicò uno dei due.
- Stupido! Io sono Merlin. E se Mordred sapesse che non mi volete condurre da lui vi caverebbe gli occhi.
I due cominciarono a parlottare tra loro. Decisero che si poteva rischiare.
Li portarono nella foresta. Kane li teneva sempre a distanza con la spada.
Arrivati nei pressi di una grande pietra si fermarono.
- Beh che fate? Siete già stanchi? – chiese Kane.
Non finì di parlare che dalla vegetazione circostante uscì un nugolo di uomini armati che li circondò.
- Idioti vi fate beffare da un vecchio e un tizio strano. – disse un uomo.
Kane lo guardò. Era alto e massiccio. Portava i capelli rasati e una lunga barba raccolta in una treccia che arrivava fino al petto. Le braccia erano piene di tatuaggi tribali. Come il resto dei suoi uomini d’altronde.
- Strano tizio? – disse Kane – evidentemente è un po’ che non ti vedi riflesso in acque tanto limpide da mostrarti la tua bruttezza bestione.
Merlin aveva uno strano ghigno stampato sulle labbra.
- Bestione? Assaggerai il ferro della mia spada per questo.
Vibrò un colpo possente ma Kane si scansò prontamente.
- Sei lento con quello spadone….bestione. – lo derise Kane.
- Questa è una spada. Al contrario di quella specie di giocattolo che porti tu. – replicò l’uomo.
Kane evitava agilmente i fendenti dell’altro. Sembrava stesse giocando. All’improvviso decise che il gioco era finito. I movimenti con cui muoveva la sua lama forgiata col migliore acciaio spagnolo erano fluidi e leggeri come quelli di un battito d’ali di farfalla.
Non lo uccise. All’improvviso l’uomo nello stupore generale cominciò a sanguinare in cinque punti diversi sul corpo e sulle braccia. Kane lo aveva solo sfiorato con la lama per dargli una lezione.
- Devo continuare? – disse Kane – e ora basta perdere tempo. portaci dal tuo capo Mordred.
L’uomo scoppiò a ridere e disse – Sono io Mordred. E ti devo da bere. Non ho mai visto nessuno combattere cosi. Cosi questo sarebbe il campione di cui mi parlasti tanto Merlin?
Kane guardò Merlin – Lo conoscevi e non hai detto niente?
Il vecchio sorrise – Mi stavo divertendo troppo, ed è una cosa così difficile divertirsi alla mia età. E poi cosi Mordred ha potuto appurare che non gli raccontavo menzogne sui campioni.
Giunsero all’accampamento di Mordred in poco tempo.
Si accomodarono nella tenda più grande, probabilmente quella di Mordred stesso, per cercare un po’ di riservatezza e parlare in tranquillità.
- Allora vecchio pazzo. Ti credevo già morto. – esordì Mordred.
- Mai dare per scontato nulla Mordred. – rispose Merlin – Probabilmente sarei davvero morto se non avessi incontrato questo giovanotto.
Gli raccontò della rocambolesca fuga.
Kane non parlò fino alla fine del racconto poi decise di intervenire.
- Ma se lui è il nemico giurato di Camelot perché siamo qui. – chiese a Merlin.
Rispose Mordred – Io sono ancora un cavaliere della tavola rotonda. Ero un nemico di Artù quando ancora era in vita. Ma Camelot la porto nel cuore. Una volta diventati cavaliere si rimane cavaliere.
- Vedi ragazzo – era Merlin a parlare – quando fu chiaro lo scopo di Morgana e Artù era ormai caduto, decisi di chiedere aiuto alla persona più pericolosa ma affidabile che conoscessi. Sapendo della sua fedeltà verso Camelot mi rivolsi a Mordred. Mandai un messaggero per spiegargli cosa accadeva e per affidargli l’oggetto più prezioso di Camelot, che non avrebbe mai dovuto finire nelle mani di Morgana. Excalibur.
Kane lo guardò perplesso – Vuoi dire che Excalibur è qui?
- Si Blez – rispose Mordred – è nascosta qui. La consegnerò solo a chi sarà degno di usarla. Per il momento rimane nascosta.
- Ma tu non dovresti aver tratto vantaggio dalla morte di Artù? – chiese Kane.
- Vedi Blez, nonostante fossimo nemici, il nostro rapporto si basava su reciproco rispetto. L’arrivo di quella sgualdrina che se la fa con i demoni ha cambiato tutto. Ha alzato la posta in gioco. Ora non ci sono Mordred contro Artù o britanni contro sassoni. C’è l’umanità contro il male.
Kane ascoltava le parole di Mordred e ripensò alle leggende che si sarebbero tramandate su di lui. Alla fine concluse che spesso il bene o il male sta nella penna di chi scrive la storia o nella lingua di chi la racconta. Certo aveva i suoi difetti ma quell’uomo aveva anche del buono dentro di se.
- Allora qual è il piano? – chiese Mordred.
Kane anticipò Merlin – Io devo trovare mia moglie.
- Ragazzo ne abbiamo già parlato. – rispose Merlin.
- Vecchio ti ho portato da Mordred. Ora io ho devo trovare mia moglie.
Merlin non osava replicare. Kane aveva assunto un’espressione dura.
Mordred interruppe quel momento di stallo – Blez ti faccio una proposta. Prendiamo dieci dei miei uomini migliori andiamo a cercare tua moglie. Però tra esattamente dieci giorni saremo qui di ritorno. Non oltre. Dobbiamo pianificare al meglio questa battaglia. È troppo importante.
Kane valutò la proposta.
- Accetto. – si limitò a dire.
|