26-10-2010, 18.20.17
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Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Oggi, e il mio amato fiore me lo consentirà, non narrerò della mia margherita, ma di un altro fiore, del suo padrone, della sua Fede e del suo Amore...
Un tempo un grande cavaliere incontrò una bellissima dama e se innamorò.
La sposò e la condusse nel suo favoloso palazzo.
Qui le mostrò il suo meraviglioso verziere, nel quale crescevano i fiori più belli del reame.
Il cavaliere, per farne dono alla sua amata, coltivò una rosa particolare, unica al mondo, alla quale diede proprio il nome di lei.
Un giorno però la donna si ammalò gravemente.
Ed il cavaliere, mentre passeggiava nel verziere, decise che l’unica salvezza per la sua amata sarebbe giunta dalla sua Fede.
Colse allora la rosa, il bene più prezioso, e la promise all’Arcangelo Michele.
Partì così alla volta del suo santuario, posto in cima ad un monte.
Ma ad un certo punto dovette arrestare il suo cammino; la strada infatti era stata devastata dalla guerra.
E quando, a malincuore, fu sul punto di tornarsene indietro, dai cespugli sbucò un bellissimo fanciullo.
“Dove siete diretto, milord?” Chiese questi.
“Al santuario di San Michele Arcangelo…” rispose il cavaliere “... ma la strada è stata devastata dalla guerra… vuol dire che pregherò il santo dal mio palazzo.”
“Ma non sapete che una volta fatta una promessa a San Michele essa va sempre mantenuta? Io conosco un’altra strada, ma è lunga ed angusta. Se volete vi ci accompagnerò.”
Il cavaliere accettò e i due partirono per il santuario.
Dopo molte fatiche giunsero ai piedi della montagna santa e qui il fanciullo si congedò dal cavaliere.
“Ormai siete giunto alle pendici del monte dove sorge il santuario. Io ritorno da mio padre che mi attende.” Disse il fanciullo.
“Dimmi come posso sdebitarmi. Chiedimi qualsiasi cosa e l’avrai.”
“Voglio quella bellissima rosa che portate adagiata sulla vostra corazza.” Rispose il fanciullo.
“Ma questa l’ho promessa al santo…”
“Credete che i santi ragionino come gli uomini? Per San Michele conta vedervi nel suo santuario. E’ il vostro cuore che brama, non i vostri doni materiali.”
E così, sebbene a malincuore, il cavaliere donò la sua rosa al fanciullo.
E quando questi fu andato via, il cavaliere salì il monte e giunse al santuario.
Qui incontrò un monaco al quale raccontò tutto del viaggio e dell’aiuto ricevuto dal buon fanciullo.
Il monaco chiese chi fosse il fanciullo, ma il cavaliere spiegò di non averlo mai visto prima.
Poi, accompagnato dal monaco, il cavaliere giunse in chiesa per pregare il santo Arcangelo di Dio.
“Quello… quello è il fanciullo che mi ha condotto qui!” Esclamò incredulo il cavaliere appena vide sull’altare la statua di San Michele.
Il monaco allora si inginocchiò e commosso pregò per quel miracolo.
Ed avvicinatosi alla statua, il cavaliere si accorse che ai piedi di questa vi era adagiata la sua rosa.
E quando ritornò nel suo palazzo, trovò la sua amata guarita ad attenderlo.
E fissero felici per sempre nella loro nobile dimora.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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