Il Sole si era ormai levato dal suo giaciglio d'Oriente.
Il bosco sembrava ora aprirsi al passaggio dei due, che venivano quasi inghiottiti da quel lussureggiante e selvaggio scenario.
"Io cercherò di essere più silenzioso..." disse sarcastico Guisgard a Talia, mentre cercava di riconoscere l'angusto sentiero che a fatica si apriva tra gli sterpi e i rovi "... e voi conservate un pò del veleno della vostra lingua, in modo da poterne intingere dentro le frecce che avete con voi... almeno avremo a nostro favore un'arma letale!"
Proseguirono ancora verso ovest, fino a quando trovarono una vecchia e diroccata costruzione.
"Sembra sia stata una chiesa un tempo..." osservò Guisgard, avvicinandosi alla porta di quell'edificio.
Questa però era bloccata da due pesanti assi di legno inchiodate ad x.
"State indietro..." disse poi a Talia.
Cominciò allora, con la sua spada, a picchiare sui chiodi che tenevano unite le assi.
E quando furono allentati, raccolto un grosso ramo, prese a battere contro le assi, fino a spaccarle.
Poi, con un calcio sfondò facilmente la debole porta della chiesetta.
L'aria all'interno della costruzione era viziata e pesante, mentre la polvere dominava ovunque.
La luce, dalla porta sfondata, potè finalmente penetrare nella chiesetta, cominciando ad illuminarne l'interno.
Era in pessime condizioni e la piccola navatella era quasi bloccata da ciò che restava delle panche in legno e delle statue raffiguranti alcuni santi.
Guisgard e Talia si guardarono intorno.
Ad un tratto il cavaliere fece segno alla ragazza di guardare verso l'abside.
"Questa chiesa è stata sconsacrata..." mormorò Guisgard segnandosi e indicandole una grande croce capovolta proprio sopra l'altare.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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