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Vecchio 28-10-2010, 16.07.06   #378
Morrigan
Cittadino di Camelot
 
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
A quel punto Morven, vedendosi scoperto, si fece appena avanti.
Teneva ancora stretto con la mano lo stipite della porta, quasi temesse di lasciare quell'appoggio sicuro e farsi avanti. In realtà non era il dolore alla gamba che avrebbe potuto farlo vacillare, chè da qualche istante a quella parte, il ragazzo non lo avvertiva più, quasi l'avesse del tutto dimenticato.
No, erano lo stupore e la viva curiosità che gli stavano divorando l'anima, e che lo facevano quasi tremare, mentre con occhi avidi cercava di comprendere a quale lavoro si fosse applicato quell'uomo, il cui sguardo attento e la cui voce profonda lo avevano tanto turbato!

Era dimentico a tal punto di ogni cosa lo circondasse, che non si premurò nemmeno di rispondergli, nè di scusarsi per la sua impertinenza, nè tanto meno di cercare una giustificazione a quell'affettuoso rimprovero che il saggio anziano gli aveva rivolto, e che in qualunque altro momento egli avrebbe con rispetto approvato.

L'uomo era seduto presso un'incudine, e sopra quella superficie giaceva un oggetto di forma singolare, la cui reale natura sfuggiva ancora a Morven, poichè esso era ancora ricoperto di uno strano materiale, che il suo ospite stava faticando ad eliminare.
Morven chinò il capo, aguzzò la vista... a prima vista si direbbe proprio... ma no! Come potrebbe mai un oggetto tanto sacro essere stato abbandonato in un simile stato?

Guardò il suo ospite, e una volta ancora fu colpito dall'aura di grandezza e di intimo valore che da lui emanava. Era stato uno sciocco a pensare, anche solo per un istante, che il male potesse albergare in quei tratti nobili e saggi! No, di certo quell'uomo doveva celare in sè qualcosa di prezioso!
La natura di Morven, riservata e forzatamente avvezza alla solitudine, lo avrebbe spinto per consuetudine a tenere chiusi in sè quegli interrogativi che gli crescevano nel cuore, ma proprio in quell'istante, mentre l'uomo, dopo un sorriso, aveva ripreso il suo alacre lavoro e sembrava non interessarsi più alla sua presenza nella stanza, proprio allora gli tornarono alla mente, senza alcuna logica motivazione, le parole rivolte qualche sera prima a Guisgard... io sono Parsifal... io sono Parsifal... ma proprio per questo, io non commetterò il suo stesso errore... la timidezza, il dubbio e l'angoscia non legheranno la mia lingua... io ho giurato che avrei cambiato la storia...

Così, in forza di quelle parole che si era detto, Morven si decise infine, e avanzò di qualche passo, fino a fronteggiare l'incudine e l'uomo che vi era chino sopra nello sforzo di quel travaglio.

"Poichè già una volta avete così graziosamente giustificato il mio difetto, signore, oserò spingermi oltre nella mia curiosità... chi siete voi, e qual'è la vostra vita in questi luoghi che ogni uomo di Cartignone sembra temere? E soprattutto..."

E qui esitò appena, lanciando un altro sguardo all'oggetto che l'uomo stava lavorando.

"... cos'è questo strano oggetto cui state prodigando tante cure? Mi sembra di conoscerlo, eppure sono certo che la cosa è impossibile!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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