Morven scosse il capo confuso, e si lasciò sfuggire un sospiro di disappunto, e fors'anche di delusione.
Non aveva mai rivelato ad anima viva del sogno fatto ormai molti anni prima. Aveva tenuto dentro di sè, chiusi a doppia mandata nel suo cuore, tutti i dubbi e i pensieri che quello strano sogno avevano in lui generato, e l'aveva fatto per timore dello scherno, o peggio ancora dell'indifferenza degli altri.
Si chiese perchè mai si fosse atteso comprensione proprio da quell'uomo che non aveva veduto prima, ma subito una voce insistente gli risuonò nella mente... perchè c'è nobiltà in lui... e conosce la carità... e perchè egli è l'artefice di quell'oggetto, quindi per forza egli deve comprendere!
Dicendosi queste parole, Morven si convinse a proseguire con il suo racconto, sebbene le parole, indocili come giovani puledre, sembrassero talvolta volersi ancora ritirare nei meandri del suo silenzio.
"Voi credete nel potere dei sogni, mio signore? Credete che possa esistere un sogno tanto grande da forgiare l'intera esistenza di un uomo?"
Disse queste prime parole con slancio improvviso e fervore, quasi solevvandosi sul busto eretto e avvicinandosi idealmente al cavaliere. Poi però parve esitare, riadagiarsi nel suo rifugio, volgere il capo lontano dagli occhi del suo interlocutore, e ancora una volta il suo sguardo si velò di fosca inquietudine.
"Mi hanno chiamato pazzo, e mi hanno chiamato idealista... mi hanno schernito e hanno riso di ciò in cui più credevo... sono fuggito, è vero, di fronte a tutto questo, e per questo mi hanno chiamato vile e codardo..."
Piantò nuovamente i suo occhi scuri che ardevano di rabbia sullo sguardo sereno e placido del suo ospite, poi continuò:
"Ma non fu per viltà, mio signore... ve lo giuro! Fu solo per cercare la via per essere me stesso... la strada per afferrare quel sogno che feci in fanciullezza e che mi chiamava al mio destino... fu solo per poter tornare, che io scappai... tornare per poter dire <<Eccomi, sono qui... sono tornato per dimostrarvi come si costruisce un sogno!>> ... e in quel sogno, mio signore, mi apparve la vostra fucina, così come essa è davvero... mi apparve la vostra incudine e gli strumenti arroventati dal fuoco... e su di essa mi apparve un oggetto di squisita fattura, che riluceva della fiamma della forgia!"
Tacque un istante, come a placersi dal suo impeto e prendere fiato. Lanciò a Louis uno sguardo eloquente.
"Voi credete ai sogni?" chiese.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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