Citazione:
Originalmente inviato da Uther
In ogni caso, ripeto, non so rispondere alla domanda di Bogomil (ma mi sarà di sprone per documentarmi  )
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Ma come, messere???
Io mi sono letto tutta l'elenco di testi e nomi che avete raccolto in giornata ed alla fine mi dite che non avete una risposta alla domanda del buon Bogomil

Scherzo, ovviamente

Il ciclo arturiano, come tutti quelli in cui il sustrato di una cultura orale si fonde comunque con quella successiva scritta, lascerà sempre zone d'ombra.
Quando questi miti, leggende e tradizioni (frutto di terre e genti diverse) vengono trattate da una cultura di corte, aulica, colta e raffinata, inevitabilmente vedono fissati alcuni punti in base ai valori ed agli interessi dell'ambiente che ora li utilizza.
Il concetto base e fondamentale è che il ciclo arturiano, come è arrivato fino a noi oggi, è la fusione tra due mondi: quello celtico e quello cristiano.
L'una non ha annullato o dominato l'altra (come erroneamente qualcuno crede), ma si sono appunto unite generando un mondo straordinario e vario.
Capire dove finisce il celtico e dove inizia il cristiano è oggi praticamente impossibile.
I filologi hanno anche difficoltà a comprendere la radice e la natura di alcuni nomi, figuriamoci questo.
Così, l'Artù barbaro e quello cortese e raffinato, il calderone celtico e la Vergine Maria, San Giuseppe d'Arimatea e i druidi, Merlino ed il Graal, giace tutto nella medesima polvere.
E capire dove finisce l'antico e comincia il moderno è una ricerca quasi impossibile e proibitiva.
Però, ovviamente, se qualcuno riesce a far luce sull'origine della figura della mia amata Ginevra avrà sempre la mia stima e considerazione