Nel frattempo, nelle profondità del bosco, Guisgard e Talia cercavano di comprendere dove fossero finiti.
"Cosa?" Chiese stupito Guisgard alla ragazza, avendo in qualche modo compreso il senso di quella canzoncina. "Cosa sarebbe questa canzone ora?"
Le si parò davanti e con le mani sui fianchi continuò:
"Sia chiaro che io non ho paura dei... si, insomma, di quelle bestiacce! No, mi danno solo il disgusto! E comunque, in natura non esiste niente di più sporco e stomachevole dei ratti! E per dirla tutta..."
Si interruppè e scosse la testa.
"Ma che perdo a fare il mio tempo tempo con voi..." mormorò "... stupido io che mi sono fatto trascinare in questo posto dalle vostre suppliche! Si, perchè mi avete supplicato!" Esclamò guardandola. "E... bah... proseguiamo, che è meglio..."
Ripresero così il cammino, fino a quando, finalmente, quel sinistro corridoio sembrò essere finito.
Infatti una nicchia si apriva nella parete di pietra, dando accesso ad un vestibolo laterale.
Guisgard allora prese due candele e cercò di illuminare l'interno di quell'ambiente.
Era una stanza quasi vuota, fatta eccezione per alcune stoffe variopinte gettate a terra.
Ma il vestibolo dava ad un altro ambiente attraverso un piccolo passaggio.
E quando l'ebbero attraversato, Guisgard e Talia si ritrovarono in un sala illuminata da alcune torce.
A terra vi erano dipinti segni simili a quelli che i due avevano visto in precedenza.
"Ascoltate..." disse Guisgard a Talia "... sentite queste voci?"
Infatti si udivano tante voci sovrapposte, come se recitassero una qualche litania.
"Sembra provengano dall'altra parte della parete." Indicò Guisgard. "Eccovi questa candela" disse porgendole una di quelle che aveva con sè "e cercate di restarmi vicina, stavolta. Non ho intenzione di trovare guai nel tentativo di salvarvi di nuovo!"
I due così uscirono dalla sala e si ritrovarono davanti ad una piccola porta laterale.
Ed una volta apertola furono nella grande sala dell'altare, dove la ragazza e Llamrei erano state portate.
"Ma che razza di incubo è mai questo?" Mormorò Guisgard davanti alla scena che si mostrava ai loro occhi.
I due allora si nascosero dietro a una colonna della sala, attenti che nessuno li scoprisse.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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