Visualizza messaggio singolo
Vecchio 02-11-2010, 18.41.18   #2317
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nella mia nobile terra gli ultimi mesi di Novembre sono dedicati ad antichissimi giochi e tornei, dove il fiore della cavalleria dava prova del proprio valore in omaggio al Santo Natale ed al Capodanno ormai prossimi.
E proprio in questo periodo un'antica leggenda viene raccontata da aedi e cantastorie a chi si fermerà ad ascoltarli...

In un grande reame, un ragazzino un giorno fu condotto da suo zio da un venerabile e rispettato maestro.
Questi era stato un nobile cavaliere ed avrebbe istruito il ragazzino alle regole della cavalleria e della cortesia.
Il maestro sottopose così il ragazzino ad anni di durissimo allenamento, volti a temprarlo nel fisico e rafforzarlo nello spirito.
Privazioni, sacrifici, allenamenti: tutto questo scandiva le giornate, i mesi e gli anni del fanciullo.
Il maestro viveva in un palazzo isolato, nel cuore della grande Foresta Verde, lontano dagli agi del mondo, dalle sue illusioni e dalle sue mondanità.
E l’unico conforto, l’unico affetto, al fanciullo venivano dalla dolce figlia del suo maestro.
Ella per lui fu tenera amica e compagna.
Ogni giorno lo accompagnava nel cuore della foresta e restava a fissarlo mentre lui si allenava senza sosta.
E nei momenti di fatica, tristezza e solitudine, a lui bastava alzare lo sguardo per trovare lei ad affiancarlo, a sostenerlo, ad incoraggiarlo ed a sorridergli.
E quando gli allenamenti e le difficoltà gli apparivano troppo duri, lei soleva sempre dirgli la medesima frase:
“Al meglio, campione.”
E bastava questo a dare al giovane la forza per superare il difficile addestramento.
Ed alla fine della dura giornata di allenamento, lei coglieva un fiore per lui, adagiandolo sulla sua tunica.
Fu così per i duri sette anni che il fanciullo trascorse presso il suo venerabile maestro.
Alla fine di questo periodo, il fanciullo, ormai quasi un uomo, lasciò il palazzo del suo maestro per tornare nelle sue terre, dove il re l’avrebbe armato cavaliere.
E proprio per celebrare la nomina del nuovo cavaliere a corte, il re proclamò un torneo, nel quale tutti i migliori cavalieri avrebbero dato prova del proprio valore.
E alla vigilia del torneo, il cavaliere volle far visita al suo maestro.
Qui però apprese della prematura morte di sua figlia, a causa di una malattia.
Il cavaliere cadde nello sconforto e nella disperazione, ma per onorare il suo nome ritornò comunque a corte per il torneo.
Ma il suo cuore era troppo addolorato e vinto da quella funesta notizia, cosi che il primo giorno di torneo rischiò già seriamente di essere eliminato.
E la notte seguente, vinto dalla fatica e dallo sconforto, cadde presto addormentato.
E sognò di lei.
Gli sorrideva e lo accarezzava.
“Al meglio, campione.” Disse nel sogno al cavaliere.
Il mattino seguente il cavaliere trovò un fiore posato sulla sua corazza.
Ed i colori di quel fiore furono i suoi, quelli per cui avrebbe dato prova del suo valore.
Sbaragliò tutti gli avversari, impaurendo ogni sfidante ed affascinando ogni dama.
Ed alla fine fu proclamato il migliore, il Primo fra tutti i cavalieri.
E ancora oggi nessuno sa chi posò quel fiore sulla corazza del cavaliere.
Quel cavaliere, naturalmente, era sir Guisgard di Camelot e quel fiore la sua inseparabile margherita.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso   Rispondi citando