Il cielo era attraversato da un tenue chiarore che, illuminando i poderosi alberi che come antichi guardiani vegliavano su quel pastorale idillio, generava ombre che correvano sulla calma e vecchia campagna verdeggiante.
E sotto gli accoglienti rami di una robusta quercia stavano distesi sognanti due giovani amanti.
"E Lancillotto" raccontò Guisgard "dopo aver sconfitto il malvagio Maliagant liberò la regina Ginevra, che lo ricompensò col suo eterno amore..."
"Che magnifica storia..." sussurrò Carry, mentre osservava il Sole che si andava spegnendo a Ponente "... io credo sia la più bella storia d'amore che sia mai stata raccontata..."
Guisgard, steso sull'erba, con le mani dietro la nuca, restò in silenzio, con gli occhi chiusi.
Poi, d'un tratto, cominciò a suonare la sua ocarina.
"Cos'hai, amore mio?" Chiese lei preoccupata.
"Nulla..." rispose lui, per poi riprendere a suonare.
"Ti conosco come nessun altro a questo mondo... e quando suoni la tua ocarina è perchè sei malinconico..."
"Nessuno mi conosce veramente..." replicò lui.
"Perchè fai così?" Chiese rattristata lei. "Dimmi, non ti arriva il mio amore?"
"Carry... ma tu lo lascerai mai tuo marito? Dimmelo, ti prego..."
Lei chinò lo sguardo.
"Guisgard..." rispose "... prima che tu arrivassi io ero morta... respiravo, ma non vivevo... le mie giornate e le mie notti erano tutte uguali... sai cosa significa vivere senza slanci? Senza speranza di felicità? Ma poi, un giorno, sei arrivato tu... ed io ho ripreso a vivere..."
Lui riprese a suonare la sua ocarina.
Lei stese il suo capo sul petto di Guisgard.
"Io voglio venire via con te..." sospirò lei "... sii paziente, amore mio... sii paziente e forte per tutti e due... ed io, come Ginevra con Lancillotto, ti ricompenserò con il mio amore..."
Ed un bacio e un caldo abbracciò unirono i due amanti.

Ad un tratto, un rumore di passi echeggiò nella cella, svegliando Guisgard.
Il cavaliere si ritrovò incatenato ad un'umida parete.
Le sbarre si aprirono ed un vecchio nano entrò nella cella.
Prese il capo di Guisgard fra le mani e ne controllò gli occhi.
"Sei sveglio, eh..." disse con la sua sgradevole voce "... bene, il capo ti vuole lucido... così potrai renderti conto quando sarai torturato..."