Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Questo periodo dell'anno è il più atteso dai fanciulli della mia terra.
Infatti proprio in questi giorni giungono nel mio feudo aedi, bardi e cantastorie, che recitano e cantano le gesta di grandi eroi e gli amori di immortali amanti....
In un grande reame sorgeva un antico castello.
Il maniero dominava quelle nobili terre dall’alto di un monte e la sua imponente struttura richiamava lo splendore del suo glorioso passato.
Quel castello pur se disabitato da anni, continuava ad esercitare un fascino speciale su un ragazzo, che trascorreva interi pomeriggi affacciato da una finestra di casa sua a guardarlo sognante.
E nella sua ingenua immaginazione viveva straordinarie avventure tutte ambientate in quell’imponente castello.
E fantasticava su come doveva essere al suo interno.
Vedeva così, con gli occhi del cuore, un grande cortile interno dove giostravano valorosi cavalieri, un verziere fiorito delle più belle e profumate specie di fiori conosciute, grandi sale arredate con splendidi arazzi, preziosissimi dipinti e sfavillanti corazze.
Immaginava che dalle torri di quel castello fosse possibile abbracciare con lo sguardo l’intero feudo e che bastasse alzare un braccio per avere la sensazione di toccare il Cielo.
E così, sognando di quel castello, trascorse la sua felice e spensierata infanzia.
E divenuto adulto, quel ragazzo fu armato cavaliere, divenendo in breve il fiore della cavalleria.
Un giorno, poi, tornato al suo borgo natio, decise di visitare finalmente quel castello che tanto aveva rappresentato nei suoi sogni di fanciullo.
Giuntovi, cominciò a passeggiare tra quelle antiche rovine, vedendo finalmente da vicino il luogo che tanto aveva suscitato i suoi desideri più belli.
E quando fu al suo interno, si ritrovò in una grande sala.
Era consumata dal tempo e dalle intemperie e non vi era quasi più nulla che richiamasse l’antico splendore.
Rovi ed erbacce erano cresciute al suo interno, invadendo gran parte di quella sala.
E cercando tra gli antichi resti, il cavaliere riuscì a scorgere un vecchio specchio.
In realtà il nobile eroe aveva sperato di trovare qualcosa da poter portare via, come ricordo di quel luogo.
“Portami con te, cavaliere!” Disse all’improvviso una voce, destandolo dai suoi pensieri.
“Chi ha parlato?” Chiese il cavaliere guardandosi intorno.
“Io, lo specchio, mio signore!”
“Tu? Ma tu non puoi parlare!” Esclamò il cavaliere.
“Io invece parlo e dico sempre la verità!”
“Buffone, gli specchi non dicono mai la verità!” Replicò il cavaliere sorridendo. “Siete solo capaci di riflettere l’effimero attimo rubato allo scorrere perenne del tempo. E siete destinati a non poter donare nulla. Nulla che possa durare per sempre.”
“La bellezza forse non dura per sempre, mio signore?” Chiese lo specchio.
“Certo, ma non quella che si specchia in te!” Rispose il cavaliere. “La bellezza vera dura per sempre. E quella tu non potrai rifletterla mai.”
“Allora prendi me, mio bel cavaliere!”
“Chi altro ha parlato?” Chiese il cavaliere.
“Io, mio signore!” Rispose un piccolo fiore tra il fogliame che aveva invaso la sala.
“E perché dovrei portarti via con me?”
“Perché io saprò mostrarti la felicità!”
“Davvero?” Domandò il cavaliere. “Allora descrivimela!”
“Ha un bellissimo volto, mio signore. Ha capelli morbidi da accarezzare e labbra sulle quali assaporare le gioie della vita.”
“E come farò a riconoscere tale splendore?” Chiese il cavaliere.
“Basterà guardarla negli occhi, mio signore.” Rispose il fiore. “Nel suo sguardo ritroverai tutti i tuoi sogni più belli. Quelli che facevi sin da fanciullo e che ora hai smesso di inseguire. Ma nei suoi occhi potrai ritrovarli e farli tuoi finalmente.”
“Dici il vero, mio dolce fiore?”
“Si, milord… tu quella felicità la stai cercando e lei ti sta aspettando… da sempre e per sempre...”
Il cavaliere allora sorrise e colse quel fiore per portarlo via con se.
Quel cavaliere, ovviamente, era il prode sir Guisgard e quel fiore la sua infallibile margherita.

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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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