Per tutto quel tempo era rimasto senza respirare.
Non riusciva a pensare a nulla.
Vide Gonzaga alzarsi, andare incontro al mendicante, esporgli la sua risposta, e al contempo esporsi al destino che lui le stava riservando.
Nel momento in cui la vide fronteggiare quell'uomo, udì il loro scambio di battute, la sicurezza nella voce di lei, l'oscurità nelle parole di lui, fu come se qualcosa l'avesse di colpo ridestato da un lungo sonno.
Guardò Samsagra e si avvide che era stata la sua spada a richiamarlo, lanciando attorno a sè un nuovo bagliore di smeraldo.
A quel segnale, Morven provò un profondo senso di scoramento.
Guardò Gonzaga, ed ebbe vergogna di se stesso, nel pensare che quella fanciulla stava assumento su di sè i rischi e le responsabilità di quella risposta così tanto importante per loro. La sua spada, la sua preziosissima, unica spada era il prezzo da pagare e da perdere, e lui era rimasto immobile senza riuscire a far nulla per difendere Samsagra, se stesso e i suoi compagni.
Guardò Gonzaga, sì, ancora una volta... ritta, fiera, senza alcun timore di affrontare quell'uomo... e guardò Samsagra, che sembrava pulsare e scalciare dentro la brilante prigione della sua lama.
"Samsagra..." mormorò di nuovo "parlami ancora... giurasti di venirmi in soccorso"
La dolce voce di Samsagra ricominciò a nuotare nella testa di Morven, cantilenando la stessa frase che aveva pronunciato poco prima...
"Mi invocherà e gli darò risposta..."
Morven si sentì quasi sopraffatto da quelle parole ossessive. Per un istante gli parve di poter perdere la testa. Le sentiva, ma non le comprendeva, e aveva quasi l'impressione che quella sirena si stessa prendendo gioco di lui e dei suoi limiti umani.
"Dannazione, Samsagra!" esclamò infine, incapace di trattenere oltre la sua ansia e la sua collera per quella situazione di stallo che non riusciva ad affrontare "Che significa?!?!"
A quell'esclamazione, Samsagra tacque di colpo, e il tempo attorno a Morven parve fermarsi, cristallizzarsi nella perfezione di un attimo di immobilità. Il silenzio attorno a lui gli riportò con calma le parole che aveva udito fino a quel momento, ma che non aveva ascoltato, così preso com'era dai suoi pensieri...
"... l'Onnipotente... il Signore infatti dice... Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo..."
"... proseguirò il mio viaggio con le due uniche armi che conosco...la fede nel mio Signore e questo ricordo che il mio caro abate mi donò..."
"... mi invocherà e gli darò risposta..."
... ma sì, ma sì... ecco qual'è la risposta!
E non l'aveva vista subito, proprio perchè in quel momento era tutto ciò che gli era mancato.... ma gli sarebbe bastato possederne almeno un po' per riuscire a pregare, e allora, in quel momento, avrebbe avuto risposta.
Vide Gonzaga montare a cavallo, salutarli con un sorriso colmo di tristezza e dare di sprone al suo animale. Si lanciò in direzione della fanciulla, all'imboccatura di quel sentiero che il mendicante aveva indicato loro e cominciò a urlare con quanto fiato aveva in gola:
"Aspettate, milady! Aspettate! Riusciremo insieme o insieme falliremo!"
Quindi, con occhi carichi di decisione e di ansia insieme, volse lo sguardo verso il mendicante che gli stava proprio di fronte.
"E' la Fede... la risposta è la Fede! Ciò che ci fa forti e sicuri quando la possediamo, pazzi e disperati quando non l'abbiamo... può al contempo essere inizio o fine della nostra esistenza! Perfetta nella forma, e liscia e tonda, splende al contempo sulle dita di coloro che il cielo ha unito in sacro vincolo!"
Quindi, dopo aver pronunciato quelle parole con irruenza, tutte d'un fiato, tacque e rimase a fissare intensamente gli occhi brillanti di quell'uomo misterioso.
__________________
"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
Ultima modifica di Morrigan : 18-11-2010 alle ore 13.11.13.
|