Cittadino di Camelot
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Mie care dame e miei nobili cavalieri, che il cielo oscuro di questa notte non vi tocchi con le sue nebbie, le sue goccie e i suoi rigori. Splenda su Camelot e su voi che vi soggiornate una clemente luna, circondata dall'affetto delle sue splendenti damigelle!
In questa quieta serata, che ben si presta alle calorose riunioni attorno al camino, riscaldati da un buon vino speziato e dai discorsi con gli amici, la vostra Morrigan vi narrerà che cosa le accadde giorni addietro, quando, dopo aver a lungo discusso con i magici fiori del castello di Camelot, scorse in lontananza quel cavaliere di cui tutti avete memoria.
E poichè ho letto il giusto fermento qui a corte suscitato dal suo lodevole "Roman de la Marguerite", io vorrei umilmente narrarvi la bella storia che udii quel giorno dalle sue stesse labbra...
... quel cavaliere era, ovviamente, don Guisgard de Camelot, maestro d'Amore, e il fiore di cui si narra la sua infallibile margherita!
"Lasciato che ebbe i fiori del giadino, Lady Morrigan si fece incontro a quel cavaliere che sospirando passeggiava tra quei vialetti. Immediatamente l'aveva riconosciuto, e a lui porse cortese saluto.
MORRIGAN - Buongiorno, mio buon signore
GUISGARD - Buongiorno, milady
MORRIGAN - Sapete, sono ben lieta di avervi incontrato!
GUISGARD - Cosa vi occorre, mia signora?
MORRIGAN - Ah, messere… da giorni cerco risposte tra i polverosi libri della nostra biblioteca, ma invano!
GUISGARD - E di grazia, su quale argomento potrei io rispondere, cui non diano già risposta i nostri preziosi volumi?
MORRIGAN - Sul grande amore!
GUISGARD - Volete che don Guisgard de Camelot, il più grande amante del mondo, parli con voi? Cosa ne sapete del grande amore?
MORRIGAN - Io, messere? Ahimè, purtroppo molto poco… ci sono troppe domande cui rispondere su un simile argomento, e altrettante risposte, così che io uscii confusa dalla consultazione di tutti questi tomi sulle cose dell’amore!
Con un gesto gentile, il cavaliere tolse il libro dalle mani della dama, lo chiuse con uno scatto e lasciò cadere su una panca poco distante.
GUISGARD - Ah, milady! Perché vi affannate attorno a questi scritti? Ci sono solo quattro domande che contano nella vita: cosa è sacro… di cosa è fatto lo spirito… per cosa vale la pena vivere… e per cosa vale la pena morire! La risposta ad ognuna è la stessa: solo l'amore!
MORRIGAN - Voi parlate bene, mio signore… eppure siete qui a passeggiare e sospirare. Se davvero queste sono le risposte, perché non avete trovato la felicità?
GUISGARD - (sospira) Allora vi racconterò della margherita che riposa nella teca in questo giardino, e deciderete da voi.
Con un cenno della mano, la invitò a sedere sull'erba, e lì cominciò a narrare...
GUISGARD - Molto tempo fa, proprio il giorno in cui ritornavo dalla Cornovaglia dopo aver reso un servigio al Re, la nostra nave fu investita da un tifone. Fui l’unico a sopravvivere. Dopo essere andato alla deriva per miglia, mi ritrovai sull’isola di Eros. E lì la vidi… la mia margherita!
Lei aveva petali appena sbocciati, era pura, fresca, bella e ignara del mondo.
Ora, vedete… ci sono coloro che non credono che una singola anima, nata in Paradiso, possa dividersi in spiriti gemelli che precipitano come stelle cadenti sulla terra, dove, sopra oceani e continenti, le loro forze magnetiche finalmente le riuniranno in una cosa sola. Ma sono in errore. Come descrivere, altrimenti, l’amore a prima vista? E quel fiore, per me, possedeva in sé tutte le promesse del vero amore.
Rimasi per giorni a fissarla e a prendermi cura di lei, e infine lei mi parlò… “Tu devi promettermi che staremo insieme tutto il tempo, e che tu sempre ti prenderai cura di me… se lo farai io ti ricompenserò rivelandoti un nome… quel nome che ti renderà la felicità… e prometti che, anche se le circostanze dovessero essere avverse, tu attenderai anche tutta l’eternità che io ti parli!”... “Te lo prometto”, risposi.
Un giorno le chiesi di lasciare l’isola e di seguirmi nei miei viaggi…
“Tengo troppo a te e a quel nome! Non riesco ad immaginarmi senza!”, e le raccontai della triste storia della mia ultima margherita, che era andata perduta nel naufragio, non immaginando per un solo istante che il mio dolce fiore credeva di essere per me il primo pegno d’amore, come io ero stato per lei il primo cavaliere!
“Molto bene, mio signore… accetterò di seguirti se tu mi dirai con la stessa onestà quante altre margherite ci sono state”
Questo per me sarebbe stato il momento perfetto per mentire, ma la verità è un’abitudine spaventosa...
“Incluso te… ci sono state… esattamente… con te… 1502 margherite!”
Mi accorsi che era una somma sostanzialmente più grande di quella che aveva in mente e non facile per lei da assimilare, per quanto ci provasse. Mentre la sua pena mi colpiva il cuore come un pugnale, supplicai di essere perdonato. La presi e la portai con me, la misi qui nel giardino di Camelot, colmandola di ogni attenzione, ma non servì a nulla.
Per lo sdegno la mia margherita decise di restare in silenzio. E così con quest'ultima margherita le mie tante avventure narrate nel "Roman de la Marguerite" sono giunte alla fine e si affievolisce la speranza che un giorno io possa spirare tra le braccia della donna amata.
Lady Morrigan allora, lo fissò incuriosità, intimamente toccata da quella nuova storia che aveva appena appreso.
MORRIGAN - E come termina la nostra fiaba?
GUISGARD - Che io attenderò tutta l’eternità che lei parli, come ci siamo promessi a vicenda…
MORRIGAN - Ed è questo il grande amore, don Guisgard?
GUISGARD - Perché no?
MORRIGAN - Voi, mio caro cavaliere, il grande amante don Guisgard de Camelot, soffrite di un romanticismo del tutto incurabile!
Don Guisgard sorrise, di un sorriso sottile e ironico allo stesso tempo.
GUISGARD - E non sarebbe peggio ancora, milady, se fosse anche… fortemente contagioso?
E facendole l'occhiolino con fare divertito, le fece un inchino e si congedò da lei, allontanandosi per il giardino canticchiando una vecchia ballata"
Con questo suo racconto, Morrigan ugualmente si congeda da questa bella compagnia e vi augura una felice serata!
(liberamente tratto da "Don Juan de Marco, maestro d'amore")
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
Ultima modifica di Morrigan : 18-11-2010 alle ore 13.25.25.
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