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Vecchio 19-11-2010, 02.54.43   #580
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il bosco era silenzioso, quasi a comprendere la sollennità e la drammaticità del momento.
Morven posò a terra Samsagra e la lasciò davanti al mendicante.
Questi si avvicinò e con bramosia cominciò ad accarezzare la lama dell magnifica spada.
"Oh, si..." mormorò "... è proprio una magnifica spada..."
Impugnò poi l'elsa e nei suoi occhi cominciò a specchiarsi l'acciaio dai riflessi di giada di Samsagra.
Il mendicante tentò allora di sollevare la spada, ma con sua grande meraviglia quell'arma non si spostava minimamente da terra.
Ritentò un'altra volta e poi un'altra ancora, senza però che Samsagra si spostasse di un niente.
"Cos'è, magia?" Chiese a Morven il mendicante. "Ah, si... comprendo..." disse "... si tratta di una spada magica... ho sentito molte storie su spade magiche e sui poteri che le caratterizzavano... ma questo non cambierà niente... il possesso si soddisfa in diversi modi, caro il mio cavaliere..."
Rise forte ed aggiunse:
"Per possedere una cosa l'utilizzo non sempre è fondamentale... chi possiede un fiore, ad esempio, lo lascia nel terreno, tra i cespugli o le pietre. Non lo coglie, eppure quel fiore gli appartiene. E così sarà con questa spada. Sarà mia anche se non potrò utilizzarla... la lascerò qui e tutti potranno solo guardarla... compreso voi, cavaliere!" Fissando Morven.
"Un momento!" Lo interruppe una voce. "Le regole della cortesia impongono un'altra soluzione!"
A parlare era un cavaliere appena giunto.
Guidava un fiero destriero e una bella corazza gli copriva tutto il corpo.
Sulla tunica recava un fiore stilizzato.
Era un giglio.
"Chi siete voi?" Chiese il mendicante.
"Sono il Cavaliere Gigliato" rispose il nuovo arrivato "e regolerò la vostra questione."
"Con che titolo, milord?" Domandò il mendicante.
"Col potere che mi danno le armi!" Rispose il Cavaliere Gigliato. "Sono il più forte cavaliere di questi luoghi e farò valere il diritto che mi da il mio valore."
Guardò un attimo i presenti ed aggiunse:
"Riscatterò io la spada di quel cavaliere e tu, mendicante, avrai ciò che ti spetta."
Lanciò allora un sacchetto di monete d'oro al mendicante.
"Questo denaro ti ripagherà della perdita della tua spada." Disse. "E poi, un cavaliere che non riesce a sollevare la sua arma non è degno di tal titolo."
Poi, rivolgenddosi a Morven:
"Cavaliere, ho udito dell'attacamento che avete per la vostra spada e ve la lascerò... ad una condizione però... vale a dire che mi raggiungerete nella mia dimora, alla fine della vostra impresa, per battervi con me. Al vincitore andrà la spada. Cosa rispondete?"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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