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Vecchio 20-11-2010, 15.42.22   #588
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Il sole splendeva alto quel giorno e l’aria nel bosco era tiepida e profumata. Mi muovevo lentamente intorno all’arbusto, coglievo i piccoli e candidi fiori e li depositavo con cura nel paniere che portavo appeso al braccio.
“Credo che possano bastare ormai...” disse ad un tratto la melodica voce di mia madre.
Mi voltai e la vidi venire verso di me, con il suo consueto sorriso sulle labbra e un paniere simile al mio pieno di mille erbe diverse.
“Per che cosa ti occorrono?” chiesi, sbirciando la sua cesta, poi la mia.
“Oh, per molte cose...” rispose, prendendo a camminare e facendomi segno di seguirla “I fiori che hai colto tu, ad esempio, sono per la figlia della signora Prym.”
“Ah! Ho sentito dire che è molto malata...” mormorai.
“Lo è stata!” confermò la donna, senza perdere il suo sorriso “Adesso non lo è più, ma è comunque debole. Il biancospino la aiuterà a rimettersi in forze!”
Non risposi... mille pensieri mi vorticavano in testa e nessuno di essi mi rallegrava.
Mia madre non ci badò: era sempre stata tanto sensibile e rispettosa verso la natura quanto distratta riguardo ai sentimenti umani. Non che non fosse gentile e buona... semplicemente vedeva le cose da un punto di vista diverso.
“Mi piacerebbe imperare a fare quello che fai tu!” le dissi ad un tratto.
“Non è il tuo destino!” rispose.
Mi irrigidii a quelle parole... sempre la solita risposta!
“Perché?” sbottai “Perché no? Potrei imparare. So che potrei! Ma tu ritieni che non sia all’altezza, forse! Ritieni che sarebbe una perdita di tempo! Perché continui a farmi venire qui da te ogni mese, allora?”
Finalmente la donna dovette cogliere qualcosa di insolito vibrare nella mia voce perché si soffermò e si voltò a guardarmi, con aria visibilmente stupita.
“E’ questo che pensi?” domandò dopo un istante.
“Si!”
Lei mi scrutò ancora per un istante con una nuova, strana espressione negli splendidi occhi luminosi... infine scosse la testa, posò a terra il suo paniere e mi invitò a fare altrettanto, dopo di che si sedette su di un grosso sasso e sospirò.
“Talia... Talia...” iniziò a dire e la sua voce suonò stanca, come provata “Sono stata, dunque, tanto manchevole verso di te?” fece una breve pausa ma ero certa che non attendesse una risposta, piuttosto che cercasse le parole per proseguire, infatti dopo un istante riprese “Vedi, io ho provato a vivere in mezzo agli uomini ma non ci sono riuscita. Per quanto amassi tuo padre, per quanto ami te, io non sono fatta per vivere nel mondo. Lo sfioro, talvolta... lo aiuto, quando posso... ma non sono capace di viverci. La mia vita è qui: è in rapporto con la natura che la mia esistenza prende forma, è nel servirla che acquisto un senso. Tu no! Tu sei diversa, lo sei sempre stata! Mi sono accorta subito che tu avevi la mia stessa sensibilità, ma in una forma diversa perché in te ciò si lega alla caparbietà e all’amore per il genere umano che hai ereditato da tuo padre.”
“Ma questo significa che non sono niente!” dissi “Non sono come te, ma non sarò mai neanche come papà!”
“Non è vero!” mi corresse “Questo significa che sei entrambe le cose, o che potresti essere entrambe le cose se solo avrai il coraggio di perseguire quella strada!”
“Il coraggio?” chiesi “Perché parli di coraggio?”
“Perché tra tutte le creature esistenti, gli uomini sono i più pericolosi! Perseguire la verità e il desiderio di aiutarli richiede molto coraggio: il coraggio di misurarsi con le proprie paure e con le proprie debolezze, non meno che con le loro, il coraggio di affidarti a loro, il coraggio e la volontà di ascoltarli e comprenderli, il coraggio di credere, il coraggio -infine- di ammettere la possibilità di aver sbagliato!”
“E dunque è questo che devo fare?” domandai “E’ questo il mio destino?”
Lei sorrise: “Tu non ‘devi’ fare niente. Vedi, il destino non è una linea tracciata e incancellabile. Tu sei libera di scegliere ciò che vuoi essere e ciò che vuoi diventare... ma è innegabile che la tua indole ti porterà in una direzione, è innegabile che le scelte che farai avranno delle conseguenze, è innegabile che non poterai mai negare ciò che sei...”

tlick tlick tlick...
Un lento, lontano gocciolio iniziò lentamente a sopraffare la voce di mia madre, sempre più lontana nella mia memoria.
Aprii appena gli occhi, la testa ancora mi girava e faticavo a rammentare cos’era avvenuto: la ragazza morta, la mia fuga, sir Bumin... il suo gesto! Probabilmente non faticavo a rammentare, ma faticavo ad ammetterlo: non mi era mai piaciuto Bumin, eppure avevo voluto chiudere gli occhi e credergli...
Il coraggio di ammettere la possibilità di aver sbagliato’ aveva detto mia madre... adesso sapevo cosa aveva voluto dire!
Stizzosamente tentai di alzarmi, e solo allora mi resi conti di avere i polsi stretti in pesanti catene fissate al muro.
“Dannazione!” mormorai, ruotando infine gli occhi intorno per scrutare ogni angolo di quell'umida cella.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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