La cella semibuia, umida, consumata dal tempo e forse dalle preghiere di chi aveva preceduto Talia, appariva come un qualcosa di irreale e nello stesso tempo terribile.
La corte di Cartignone, le luci ed i suoni della città, il verde della campagna ed il fresco scorrere del suo fiume: come erano lontane tutte queste cose.
L'infanzia di Talia, i suoi sogni, i suoi cari, il suo mondo.
Sguardi, voci e volti amici.
Ma tutto ora sembrava smarrito.
Quell'incubo sappariva senza via d'uscita e l'odio di quegli uomini si poteva quasi toccare, tanto era intenso.
E così, il suo bel volto fu rigato da tristi lacrime, mentre l'umidità aveva bagnato i suoi lunghi e meravigliosi capelli chiari.
E quel gocciolio continuava a scandire lo scorrere di un tempo che sembrava anch'esso preda dei malefici incanti di quel luogo senza Dio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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