Nello stesso momento, nei meandri del covo degli Atari, due figure si aggiravano guardinghe in quel misterioso luogo.
"Ancora non capisco perchè tu stia facendo tutto questo..." disse Guisgard al nano.
Questi però non rispose.
"Non so, non mi convince tutto questo..." continuò il cavaliere.
"Non sei molto portato ad aver fiducia negli altri, vero?" Chiese il nano.
"Non ho mai avuto bisogno degli altri..." rispose Guisgard "... madonna Solitudine è una compagna che non mi fa mancare nulla..."
"Il mio nome Gilamaghesh." Disse il nano.
"E' un nome troppo difficile da ricordare per me..." replicò Guisgard "... dimmi, perchè mi stai aiutando? Perchè stai tradendo questi porci eretici?"
"Hai mai passato interi giorni ed intere notti a leggere la paura e l'orrore sul volto degli altri?" Rispose il nano. "Ascoltare le suppliche e la disperazione di chi sapevi già condannato ad una triste fine? Per anni io ho fatto questo... ed oggi non mi sento più un essere umano..."
"Da quando sei al servizio di questi maledetti?" Domandò Guisgard.
"Da quando fuggii dal mio villaggio..." rispose il nano "... ma dimmi... tu sei un cavaliere, vero?"
"Beh, qualcuno non ci metterebbe la mano sul fuoco, ma si, sono stato armato cavaliere, per quel che può significare in questo momento..."
"Un cavaliere fa dell'onore la sua massima forza, giusto?"
"Si, insieme alla sua Fede." Rispose Guisgard.
"E dimmi, cavaliere... io potrò mai redimermi? Potrò mai tornare ad essere degno di vivere?"
"Io non so se sia umanamente possibile perdonare ciò che hai fatto... anche se non hai torturato ed ucciso, sei comunque rimasto in silenzio davanti all'orrore che avveniva in questo Inferno..."
Il nano, a quelle parole del cavaliere, chinò il capo.
"Ma Qualcuno che ha amato come nessun altro" continuò Guisgard "e che ha saputo morire per ognuno di noi, ha detto che amare e perdonare è ciò che rende gli uomini simili a Dio... credo che ci sia sempre una seconda possibilità per ognuno di noi..."
"Dici sul serio?" Chiese il nano.
"Si, ne sono certo, anzi." Sorrise Guisgard.
"Grazie, amico mio..." mormorò commosso il nano.
"E visto che siamo compagni di ventura, è bene presentarsi a dovere..." disse Guisgard "... io mi chiamo Guisgard. E tu, visto che hai un nome per me impronunciabile, avrai un diminutivo... ti chiamerò Gila!"
"Allora anche io ti darò un diminutivo... ti chiamerò Guis!"
I due risero di gusto e ripresero ad attraversare quel triste luogo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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