Il buio nella chiesa prendeva sempre più piede, a causa del giorno che andava a spegnersi.
Bumin fissò ciò che restava delle antiche vetrate di quell'edificio e mormorò:
"Il giorno sta ormai morendo e non è saggio intraprendere la via per Cartignone da solo... e visto che disponiamo di un riparo e di reciproca compagnia, sarebbe sciocco rifiutare quest'asilo..." e di nuovo quel ghigno sorse sul suo glaciale volto.
Poi, fissando Goldblum, aggiunse:
"Nano, procurati della legna e accendi un fuocon per la notte!"
"Non prendo ordini da voi, cavaliere!" Replicò Goldblum.
"Insolente e deforme!" Esclamò con velata insofferenza Bumin. "Sono ferito, ma mi basta un solo braccio per farti comprendere ciò che differenzia un cavaliere da uno scherzo di natura come te!"
Goldblum lo guardò con rabbia, portando quasi la mano sulla sua spada.
Bumin lo fissò, quasi attendendo una sua mossa falsa.
Ma alla fine, osservando Gonzaga impaurita e turbata da quella situazione, decise, suo malgrado, di obbedire.
Raccolse così della legna ed accese un fuoco per tutti loro.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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