Visualizza messaggio singolo
Vecchio 01-12-2010, 04.02.27   #682
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,904
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Belven vide Arowhena stendersi su quella coperta e addormentarsi.
La coprì allora col suo mantello per ripararla dall’umidità della notte e si adagiò sotto un albero.
“Se vuoi dormire al coperto” disse a Cavaliere25 “vai pure dentro, mio giovane amico… io resterò qui… tanto dopo tutte le cose che ci sono accadute non riuscirei a chiudere occhio.
Restò per un po’ a fissare il cielo infinito e velato, fino a quando cadde addormentato.

La strada che tagliava in due quel borgo era semibuia, illuminata di tanto in tanto solo dall’alone che la Luna diffondeva quando riusciva a squarciare le nuvole che attraversavano quell’inquieta notte.
Belven camminava per quella strada, stretta e deserta, mentre tutt’intorno dominava un irreale silenzio.
Ad un tratto una figura gli appare davanti.
Veniva nel verso opposto al suo.
“Dove posso trovare un buon maniscalco?” Chiese Belven.
“In chiesa.” Rispose la figura.
“Perché mai?”
“Perché solo lì la paura si affievolisce.”
“Dove si trova la chiesa?” Chiese Belven.
“Dipende da quale chiesa si cerca?”
“Sono diverse?”
“Ce ne sono tre” rispose la figura “e ciascuna è dedicata ad un santo.”
“Vi è una dedicata a San Cristoforo?” Domandò Belven.
“No...” rispose la figura, che improvvisamente riprese a camminare e svanì nel buio della strada.
Belven allora continuò a camminare, fino a quando giunse presso un piccolo ponte.
Da sopra non si riusciva a vedere niente, neanche l’acqua del fiume che scorreva sotto di esso.
Ad un tratto il cavaliere udì un canto.
Si voltò e vide una sagoma, slanciata e delicata.
Era una donna.
Si avvicinò e riconobbe la voce.
“Che bel canto, milady…”
Arowhena si voltò.
E Belven si accorse che in realtà la donna piangeva.
Lei allora gli mostrò le mani e queste erano insanguinate.
In quel momento un grido di dolore e disperazione si diffuse nell’aria.
“Un’altra martire…” mormorò Arowhena fissando il vuoto.
Ad un tratto una mano si posò sulla spalla di Belven.
Era insanguinata.
Il cavaliere si voltò e vide una donna dal volto quasi del tutto sfigurato, ma ancora riconoscibile.

Belven in quel momento saltò su.
Era sudato ed agitato.
Il cielo era schiarito dall’albeggiare ed il bosco cominciava a riprendere i suoi colori.
“L’ho sognata…” mormorò il cavaliere “… ho sognato mia moglie… eppure ormai l’ho dimenticata… e con lei, tutto il male che mi ha fatto… ma perché era sfigurata?”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso