Intanto, nel cuore oscuro e malvagio del bosco, dove i fanatici Atari avevano eretto il loro regno di terrore, Guisgard, Talia e Gila stavano faticosamente tentando di uscire da quell'Inferno.
La luce era appena sufficiente e le ombre dei tre sembravano animarsi sulle pareti di pietra, assumendo la forma di antichi fantasmi giunti a tormentarli.
Talia si voltò ancora una volta indietro e quell'immagine alle loro spalle divenne, in quel momento, ancor più nitida.
Era Eillen.
Era ricoperta da un umile e consumato sacco, aveva i capelli unti e lunghi che le coprivano parte del volto e scendevano disordinati sulle spalle bianche e scheletriche.
Appariva magrissima e terribilmente pallida.
Sul volto, sulle braccia e sulle gambe, le uniche parti del corpo che si vedevano, vi erano tagli, bruciature e lividi.
Tuttavia, la ragazza, accennava un lieve sorriso e tendeva le braccia verso Talia.
"Ho pregato tanto, sai..." disse "... ogni notte... pregavo perchè tu venissi a prendermi... tu e mio padre... pregavo sempre... poi, quegli uomini, mi facevano tante cose brutte... io continuavo a pregare, notte e giorno... pregavo sempre di più... pensavo a te... ti sognavo ogni notte, Talia... ma quando mi risvegliavo tu non c'eri... ho pianto tanto, sai?... Ma ora sei qui... vienimi a prendere e riportami a casa... Talia, vieni... sono qui... sono io..."
"Quanto manca, Gila?" Chiese nervosamente Guisgard al nano.
"Non molto..." rispose questi.
Ma il cavaliere sentiva sempre più incerta la volontà di Talia.
La ragazza si voltava sempre più spesso e la sua esitazione era palese.
E più Guisgard sentiva queste cose, più stringeva la mano di Talia.
"Talia..." chiamò di nuovo Eillen "... mi abbandoni di nuovo? Vuoi di nuovo lasciarmi da sola? Non te ne andare... portami con te a casa... non mi lasciare di nuovo... non mi lasciare... sono io... sono io..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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