Passarono alcuni interminabili momenti, senza che nulla accadesse.
Morven e il Cappellano restavano stretti, acquattati dietro il cumulo di pietre e legname, sul fondo oscuro della chiesa.
Un silenzio irreale dominava in ogni dove di quel bosco, così profondo e grave che a Morven sembrava che i battiti impazziti del suo cuore dovessero rimbombare tra quelle pareti da un momento all'altro, riempiendo lo spazio attorno con il loro rumore. Cercò ancor più di trattenere il fiato e di calmare il martellare che aveva in petto, mentre con occhi attenti cercava di scutare l'ingresso della chiesa.
All'improvviso si udì una voce.
"Ehi, dove siete?" gridò Dukey, sbucato dalla fitta boscaglia "Siete vivi? Potete venire fuori... abbiamo messo in fuga quegli uomini... non c'è più pericolo..."
Subito, all'udire quella voce, senza nemmeno ragionarci su un istante, ma rispondendo soltanto al suo istinto, Morven afferrò con un gesto rapido il Cappellano e con una mano gli tappò la bocca, per impedirgli di rispondere.
Aveva riconosciuto il tono aspro e arrogante di Dukey, e aveva provato uno strano, inspiegabile brivido lungo la schiena.
Tenne il religioso in quella stretta per qualche minuto, che in quell'attesa sembrò lunghissimo, pregando col cuore in gola che il cavaliere desistesse infine dal cercarli e tornasse indietro, verso il bosco.
E in quel momento percepì il respiro di Samsagra che aleggiava lieve e pacifico intorno a lui.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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