Il Sole stancamente calava oltre i monti del nord, lasciando un tenue alone dorato sulla campagna.
"Luogotenente, sono pronte le armi?" Chiese il bambino al suo sottoposto.
"Si, milord!" Rispose questi, mettendosi sull'attenti. "E sono le migliori armi che un esercito abbia mai utilizzato!"
Fece cenno al bambino che lo seguiva e questi gettò alcune spade di legno ai piedi dei due che gli stavano davanti.
"Ottimo, miei cavalieri!" Esclamò entusiasta il primo bambino.
Ad un tratto si udirono dei passi stentati.
"Ancora tu?" Chiese infastidito il primo bambino.
"Ti avevamo detto che non facevi parte del nostro esercito!" Aggiunse il suo luogotenente.
"Io... veramente..." tentò di dire il nuovo arrivato, che si reggeva sulla sua stampella "... potrei fare la sentinella, o anche la spia..."
"Non ci servi!" Rispose il primo bambino. "Non capisci che questa è una battaglia? Se non battiamo la banda di Tom Kenneth e dei suoi amici, perderemo il diritto di poter venire a giocare in questo posto!"
"Che succede?" Chiese all'improvviso un bambino appena arrivato.
"Guisgard!" Gridarono gli altri. "Finalmente sei arrivato!"
"Sir Guisgard!" Disse il primo bambino. "Vi attendavamo! Avete trovato il Santo Graal?"
"Non ancora, milord." Rispose il nuovo arrivato. "Ma lo troverò! Come troverò il vero Amore ed un regno tutto mio!"
"Sarete allora della battaglia domani?"
"Si, milord!" Rispose Guisgard.
Tutti esultarono a quelle parole.
"Ma con me ci sarà anche il mio scudiero!" Esclamò Guisgard, indicando il bambino con la stampella che gli stava accanto.
"Ma lui non sa neanche stare in piedi con le sue gambe!"
"Lui non è diverso da tutti noi!" Replicò Guisgard. "Ed io non esiterei a mettere la mia vita nelle sue mani!"
Il bambino con le stampelle guardò Guisgard con gli occhi carichi di lacrime ed ammirazione.
"Andiamo, appoggiati a me..." gli disse Guisgard "... e domani attendetici entrambi qui per la battaglia." Ribadì al resto del gruppo il piccolo nipote del duca di Cornovaglia.
I due bambini allora si allontanarono dal gruppo che li salutò con l'attenti.
"Sei il mio eroe, Guisgard..." disse il bambino con la stampella, mentre tornavano in paese "... tu da grande diventerai un grande cavaliere... non hai mai paura di niente..."
Guisgard sorrise.
"Vuoi conoscere Tody?"
"Certo!" Rispose Guisgard.
"Eccolo!" Disse il bambino con la stampella, estraendo dalla tasca il suo topolino.
"Accidenti!" Urlò Guisgard, facendosi indietro. "Ma è un topo!"
"Si, il mio topolino!"
"Mettilo via, ti prego!"
"Ma... è inoffensivo... guarda, prendilo in mano..."
"No... non voglio vederlo!" Farfugliò Gusgard. "Mettilo via!"
"Va bene... come vuoi..."
I due bambini allora si scambiarono un rapido sguardo e scoppiarono a ridere.
Le parole di Talia destarono Guisgard dai suoi ricordi d'infanzia.
"Proprio dei topi dovevo trovare..." mormorò con un'espressione tra la rabbia ed il disgusto.
"Prendi la torcia, Guis!" Disse Gila. "Agitala, così che quelle bestiacce ci stiano lontane!"
E dopo un profondo respiro, il cavaliere prese la torcia da terra, cominciandola ad agitare.
"Dobbiamo alimentare le torce!" Fece segno ai suoi compagni. "Gila, strappati la giubba ed avvolgila attorno alla tua torcia! E voi fate altrettanto con un pò della vostra gonna, milady!"
E detto questo, Guisgard si strappò parte della camicia, avvolgendola attorno alla sua torcia.
"Milady..." disse il nano a Talia "... non è facile controllare le pareti... i topi sono tutti ammassati attorno ad esse..."
"Si, ma Talia ha ragione..." intervenne Guisgard "... da qualche parte questi dannati topi devono pure entrare..."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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