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Vecchio 22-12-2010, 01.25.17   #816
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Quel gesto rapido e violento mi colse di sorpresa mentre ancora stavo parlando a Gila...
Tornai a voltarmi verso il cavaliere ma quelli che vidi non erano più i suoi occhi, vi era una fiamma nuova in essi, una fiamma che ardeva senza posa sul fondo e che rendeva il suo sguardo delirante. Allo stesso modo i tratti del suo volto erano mutati, erano contratti in modo innaturale, tanto che quasi si faticava a riconoscerlo.
“Guisgard...” dissi, cercando invano di sottrarre le mie braccia alla sua salda presa “Guisgard... che vi succede?”
E mentre ancora parlavo, un ricordo lontano e dimenticato, affiorò alla mia mente...

Ero entrata nella stanza di soppiatto: ero certa che nessuno mi avesse vista ma dovevo sbrigarmi, potevano arrivare da un momento all’altro...
Individuai un vecchio stipo sulla parete in fondo, così mi avvicinai, aprii lo sportello e mi nascosi all’interno, lasciando l’anta un poco aperta per poter vedere nella stanza.
In quell’istante la porta si aprì bruscamente. Entrarono due uomini che reggevano un ragazzo apparentemente svenuto, dietro di loro una donna visibilmente sconvolta e... mia madre.
“Adagiatelo sul letto ed uscite!”
La voce della mamma, solitamente suadente e melodica, era suonata questa volta sbrigativa e tetra... come mossa da una nota d’urgenza e di preoccupazione che usualmente le era estranea.
Gli uomini fecero ciò che lei aveva detto, la donna invece si accostò al letto e iniziò a piangere sommessamente.
Da dove mi trovavo potevo vedere mia madre trafficare con delle erbe e un fazzoletto, poi prese in mano un’ampolla dalla sua sacca e ne esaminò il contenuto... si muoveva con calma e sicurezza e non degnava l’altra donna neanche di uno sguardo.
Soltanto quando ebbe terminato di preparare ciò che le occorreva, si voltò verso la stanza e si avvicinò al letto, fermandosi proprio di fronte alla poveretta che non aveva smesso di singhiozzare neanche per un istante.
“Spostatevi!” le disse.
“Il mio Wurth non ha fatto niente di male! Non lo avrebbe fatto...” singhiozzò quella, per tutta risposta.
“Spostatevi!” ripeté mia madre, senza lasciar trapelare la pur minima emozione.
La donna, infine, si decise e si allontanò di qualche passo. Mia madre, dunque, si sedette vicino al letto ed iniziò a toccare la fronte al ragazzo con aria critica.
“Mi occorre dell’acqua fresca!” sentenziò dopo un attimo “E delle bende pulite!”
Dopo che la donna fu uscita dalla stanza mia madre tornò a scrutare il volto del ragazzo, ancora immobile sul letto. Rimase ferma per un tempo indefinito, in silenzio e con una strana espressione sul volto, poi sospirò e disse: “Credo che tu possa uscire ora!”
Io, dal mio nascondiglio, trattenni il fiato... uscire?
Lei allora si voltò esattamente dalla mia parte e ripeté: “Talia... credo che tu possa uscire!”
Mi sentii avvampare a quell’affermazione... non capivo come poteva essersi accorta di me... rossa in viso, spinsi l’anta ed uscii dal mio nascondiglio.
“Sono sorpresa di vederti!” mi disse, non appena le fui di fronte.
“Sono sorpresa tu ti sia accorta di me!” ribattei.
“Ti ho sentita...” spiegò.
Sentita? Come poteva avermi sentita se io avevo fatto attenzione a rimanere assolutamente...
“...non si sente soltanto con le orecchie!” soggiunse lei, come rispondendo ai miei pensieri.
Decisa a cambiare argomento, mi accostai al letto e scrutai il volto innaturalmente contratto del ragazzo...
“Come sta?” domandai.
Mia madre scosse le spalle: “Non bene, temo!”
“Che cos’ha?”
“Lo hanno sorpreso mentre...”
“So dove lo hanno sorpreso!” la interruppi in fretta, non mi andava di sentire di nuovo quel racconto terribile.
“E’ svenuto adesso!” proseguì lei “Ma non è questo che mi preoccupa... si riprenderà! Mi chiedo piuttosto che cosa lo abbia spinto ad azioni tanto orribili...”
“E’ assurdo!” mi sentii in obbligo di dire “Wurth è un bravo ragazzo!”
Gli occhi penetranti di mia madre si spostarono da lui a me: “Lo conosci?”
“Si!” risposi.
“Lo conosci bene?” specificò lei, sempre con quello sguardo che sembrava volermi scavare dentro.
Valutai quella domanda per un momento... incerta sul significato di ‘bene’, infine mi decisi.
“E’ venuto spesso a Corte! Aveva dei compiti lì e mi è capitato di parlarci qualche volta. Credo che abbia la mia età, più o meno!”
“Per questo sei qui? Per questo ti sei nascosta?” mi domandò.
“Ho sentito raccontare cose orribili sul suo conto e volevo... io volevo soltanto capire quanto c’era di vero! Io non ci posso credere, mamma... non posso credere che uno come lui possa aver... che abbia...”
Mia madre rimase in silenzio per un lungo momento, scrutava il mio volto tanto intensamente come mai prima e intanto giocherellava con quell’ampolla piena di liquido ambrato...
“Dunque...” mormorò infine “Potrebbe darsi che la sua mente sia stata soggiogata e guidata... potrebbe non esser responsabile di ciò che faceva... potrebbe non essersi neanche reso conto...”
“Soggiogato? Guidato?” ripetei, allibita.
Mia madre sbatté le palpebre e tornò a guardarmi... mi studiò per un istante, infine disse: “E’ possibile e, se ciò che mi dici è vero, è anche la migliore tra le spiegazioni che mi sono data!”
“Ma è terribile!” esplosi “E chi? Chi mai potrebbe aver fatto una cosa simile?”
Lei scosse le spalle: “Questo non lo so!” ammise “Questo non lo so davvero! Ma se è così, Talia, dobbiamo assolutamente...”
Ma le sue parole furono interrotte dal ragazzo che si era svegliato ed era immediatamente balzato a sedere sul letto, gridando, con gli occhi spiritati e le mani artigliate, quasi ci volesse aggredire.
Anche io gridai e feci un balzo indietro, ma mia madre no: lei afferrò prontamente il fazzolettino che teneva in grembo e nel quale aveva sbriciolato alcune erbe essiccate, e lo premette con forza contro la bocca ed il naso di Wurth... lui si divincolò per un istante, sembrava impazzito, poi chiuse gli occhi e ricadde sul guanciale.
“Che... che cos’è successo?” chiesi, non appena mi fui ripresa dalla shock.
“Abbiamo appena avuto la prova che qualcosa ha sconvolto la sua mente, suppongo!” mi rispose.

Battei le palpebre e tornai a guardare gli occhi di Giusgard... e, con orrore, mi resi conto che era lo stesso sguardo sconvolto che aveva la ragazza che mi aveva ingannata e condotta in mano agli Atari... lo stesso che avevo visto quel giorno lontano in Wurth...
Wurth... erano dunque così tanti anni che Guxio tentava di soggiogare le menti dei malcapitati?
Un brivido mi corse giù per la schiena...
“Guisgard, ascoltami...” tentai “So che Guxio è nella tua testa, ma tu puoi combatterlo! Combattilo, Guisgard, combattilo... ti prego!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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