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Vecchio 22-12-2010, 03.01.26   #822
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Camminare per quella stradina, che attraversava il folto e dorato campo di grano, trasmetteva una tranquillità ed una serenità che il cavaliere non provava da tempo ormai.
La campagna era bellissima, appena sfiorata da quella lieve e fresca brezza che sembrava diffondere nell’aria un intenso odore di campo.
“Lei è in quel vecchio mulino, cavaliere…” disse l’ancella alle sue spalle “… ma fate presto, al tramonto il marchese tornerà…”
“Il Sole è ancora alto” rispose Guisgard scrutando il cielo “e c’è ancora molto tempo.”
“Maggio passerà presto, cavaliere” sospirò l’ancella “e con esso anche questa breve Primavera.”
Guisgard però non badò più di tanto a quelle parole e corse verso il mulino.
Era vecchio e gran parte delle murature stavano crollando.
“Non andate al vecchio mulino, messere!” Gridarono dei bambini che giocavano in lontananza. “Lì ci sono i fantasmi!”
E quando Guisgard giunse al mulino si accorse che non era come lo immaginava.
L’entrata dava ad una grande stanza senza più il tetto e dalla porta opposta si usciva su una grande scogliera.
Il mare era agitato e le onde salivano inquiete lungo le alte e lisce rocce.
Fu allora che Guisgard si accorse di una donna che fissava il mare, quasi abbandonata a quell’impetuoso vento che le gonfiava i vestiti e i capelli.
“Carry!” Gridò il cavaliere. “Carry, sono io!”
E corse verso di lei.
La donna si voltò e gli sorrise malinconica.
“Io…” mormorò con le lacrime agli occhi “… io non sono felice, amore mio…”
Guisgard la fissò.
“Perché mi hai lasciato?” Chiese quasi senza mostrare emozioni. “Perché non sei venuta via con me?”
La donna non rispose nulla ed accarezzò il volto di Guisgard sorridendogli, mentre le lacrime le rigavano il bellissimo volto.
E proprio in quel momento il vento divenne più forte ed il cielo si coprì di nuvole.
“Carry!” Chiamò Guisgard. “Dove sei finita?”
“Non vi è nessuno qui, cavaliere.” Disse un vecchio, intento a portare nel mulino alcune grandi anfore.
“C’era una donna…” spiegò Guisgard “… era qui e parlava con me…”
“Questo posto è incantato.” Rispose il vecchio. “Sarà stata solo un’ombra...”
Guisgard allora corse via, di nuovo verso la campagna.
Qui il Sole splendeva ancora e sembrava specchiarsi nel rigoglioso campo di grano.
E tra le spighe dorate c’era una ragazza.
Guisgard si avvicinò.
Era Talia.
“Cosa fate qui?’” Chiese il cavaliere.
“Cerco una cosa appartenuta a mia madre.” Rispose lei sorridendogli.
I lunghi capelli chiari le scendevano sul petto e sulle spalle, quasi a confondersi con le belle spighe di grano che, animate dal gradevole vento, sembravano avvolgerla ed accarezzarla.
Guisgard allora le si avvicinò ancora di più, ma improvvisamente la ferita cominciò a bruciare.
In quel momento accadde qualcosa.
Il vento cessò di colpo ed alcuni uomini, sbucati dal nulla, presero Talia.
La ragazza gridava e si dimenava, ma quegli uomini erano troppo numerosi.
“Guisgard!” Gridava. “Aiutami, ti prego!”
Ad un tratto una delirante risata di diffuse nell’aria e in lontananza, accanto al vecchio mulino, apparve l’ombra di Guxio.

“Talia, no!” Gridò Guisgard alzandosi di scatto.
La fronte era sudata ed il respiro irregolare.
Si guardò intorno e riconobbe Talia e Gila.
E in quel momento si accorse che la ferita continuava a tormentarlo per il dolore.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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