"Mia signora, bisogna intervenire dove vi è del marcio... e quale luogo più di questo necessità della presenza di grandi e forti cavalieri! Quanto ai nemici di cui avete udito... beh, una chiesa sconsacrata è dominio delle forze del male... ed in questo luogo sono accadute cose tutt'altro che piacevoli...Ma ditemi... cosa spinge una donna accompagnata solo da un giullare e da un vecchio ad attraversare di notte il bosco?"
Ascoltate le parole del chierico, Gaynor ebbe pochi istanti per decidere quanto rivelare delle proprie intenzioni... Certo, la presenza di un uomo di chiesa era rassicurante, ma lì, tra quelle persone, c'era qualcosa che non andava. La tensione era alle stelle, e lei la percepiva chiaramente. Arrivati a quel punto, loro tre da soli avrebbero potuto fare ben poco... In quei pochi secondi, Gaynor pensò: se sono amici, aiutarsi l'un l'altro potrebbe fare la differenza, se sono nemici non avremmo modo di difenderci, tanto più che quei due laggiù sembrano ben armati... e se davvero sono nemici, unendoci a loro potremo controllarli meglio, e nel frattempo m'inventerò qualcosa...
Cominciò così a parlare: "Siamo venuti fin qui per combattere il male di cui parlate... quello che è accaduto qui è giunto fino alle mie orecchie, per cui io e i miei compagni abbiamo deciso di venire a dare un'occhiata. Una giovane con un giullare ed un vecchio al seguito non dovrebbe destare sospetto alcuno, non credete? E forse i miei occhi estranei potrebbero vedere con più chiarezza rispetto a quelli di chi invece ne è coinvolto. Se avrete la compiacenza di mettermi al corrente delle vostre intenzioni, potremmo continuare insieme quest'avventura. Se invece ritenete sia più opportuno che la nostra conoscenza si interrompa qui, vi pregherei di farvi da parte e lasciarci passare, il buio della notte certe volte dura meno di quanto si vorrebbe ed il tempo stringe..."
Dio mio, che sfrontatezza! O la mia mente non avverte il pericolo, o la mia stoltezza si è travestita da coraggio...La mia impulsività, che nel bene e nel male mi accompagna da sempre, e che mi ha aiutata a rendermi libera... Come avrei potuto restare ad Imperion? Per Duncan ero più motivo di imbarazzo che di vanto, una dama ribelle, sfrontata e capricciosa sarebbe l'incubo di ogni signorotto, eppure lui si è sempre ostinato a tenermi legata a lui e a quel posto maledetto. "Gaynor, siedi composta, non parlare allo stalliere quando prendi Elinor, non ridere con la servitù, non correre da una parte all'altra del castello, ma cammina come si conviene ad una vera dama..." Era tutto un "non dire e non fare", mai un gesto di tenerezza, una parola o un sorriso. E il sorriso sarebbe sparito per sempre anche dal mio volto, se non fossi fuggita via... chissà mia madre cosa starà pensando, cosa starà facendo... cara madre mia, spero tu abbia compreso...
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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