Nello stesso momento, in un'altra zona del bosco, Goldblum aveva chiamato a se Belven e Cavaliere25.
"Il mio compagno ha ragione..." disse Belven mettendo la mano sulla spalla del giovane arciere "... le regole della cavalleria e della cortesia vanno soddisfatte. Io sono sir Belven e questi è Cavaliere25. Siamo, insieme a Goldblum, al comando di questa compagnia di nani, in nome di Sausar loro signore."
"E dove siete diretti?" Chiese il comandante dei cavalieri.
"Cerchiamo la verità, milord." Rispose Belven. "La verità su chi sia il responsabile degli orrendi delitti che insaguinano da tempo la città di Cartignone."
A quelle parole il comandante dei cavalieri ebbe un sussulto.
Chiamò a se uno dei suoi e gli parlò a bassa voce.
Poi, tornando a fissare i tre, disse:
"La nobile e valorosa compagnia della quale sono il comandante è stata incaricata di far luce proprio sui fatti che avete narrato."
"Giungete anche voi quindi da Cartignone?" Domandò Belven.
"No, noi proveniamo da Haskeyburg" rispose il capo dei cavalieri "e siamo stati investiti di tutti i poteri consentiti per svelare questo orrendo mistero. Non rispondiamo a nessun altro che non sia l'inquisitore Ramon de Calaberga, nominato da sua grazia il vescovo per mettere fine agli orrori avvenuti in queste terre."
"E qual'è il vostro nome, milord?" Chiese Belven.
Il comandante dei cavalieri, a quella domanda di Belven, scambiò un rapido sguardo con uno dei suoi.
"Conoscere il mio nome" rispose "non è affare che vi riguarda, messere. Almeno per il momento."
"In che modo allora ci rivolgeremo a voi, mio signore?" Chiese Belven.
"Chiamatemi pure le Chavalier Vert." Rispose il capo dei cavalieri.
Infatti, l'unica cosa che distingueva la sua armatura da quelle dei suoi uomini era un vistoso mantello verde, ornato con ricami dorati.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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