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Vecchio 29-12-2010, 03.56.43   #855
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il giorno volgeva al termine ed un alone rosato si posava delicato sulle cime delle montagne lontane, rese quasi turchine dalla foschia che cominciava a scendere sulla campagna.
Ma il cielo, chiaro per la fresca aria di quel giorno, era ancora abbastanza luminoso e rendeva limpido il paesaggio circostante.
"Io so cosa farò domani e domani l'altro ancora!" Disse Guisgard lanciando lontano il sasso che aveva nel pugno. "So cosa voglio fare della mia vita! Non resterò ad ammuffire agli ordini di qualche arrogante e decaduto signorotto locale, o a prestare servizio militare presso qualche legione di mercenari!"
"Tu sei il nipote di sua grazia" intervenne Casses "e sicuramente avrai un avvenire già deciso."
"Io vivrò a modo mio!" Replicò sicuro di se Guisgard. "Io sono il padrone di me stesso!"
"Ragazzi!" Chiamò da lontano qualcuno. "Presto, tutti in caserma! C'è l'ispezione generale!"
I tre corsero dentro e trovarono l'intero gruppo dei cadetti riuniti nella sala delle armi.
"Fortuna che siete giunti..." mormorò Graous "... hanno già punito Hunz... ora è lì..." indicando l'angolo più lontano da loro "... si regge a malapena in piedi..."
Dovrebbe starsene in un letto!" Esclamò Casses.
"Alzati, amico mio..." disse Guisgard facendo passare il braccio di Hunz attorno al suo collo "... ti accompagno nel tuo letto..."
Ma Hunz ebbe un sussulto.
"La sua schiena...” indicò Casses alzandogli la camicia "... l'hanno... l'hanno frustato..."
"E' stato sir Darriel..." mormorò Graous "... l'ha punito come monito a tutti noi..."
"Dove vai, Guis?" Chiese preoccupato Casses.
"Da quel bastardo!" Rispose Guisgard col volto teso per la rabbia. "E' stata l'ultima volta che ha trattato uno di noi come fosse una bestia! Ritorneremo ad essere uomini! Ad ogni costo!"
"Non essere sciocco!" Cercò di trattenerlo Graous. "Non capisci che è proprio ciò che vuole lui? Aspetta solo che uno di noi arrivi a toccarlo per sbatterlo fuori dall'accademia!"
"Quandò avrò finito con Darriel" urlò Guisgard quasi incurante degli ammonimenti dei suoi compagni "sarà lui a non poter più restare qui!"


Guisgard scosse lievemente il capo sotto gli occhi vigili di Gila.
Il nano fissò allora Talia che era lì, accanto al cavaliere, con gli occhi chiusi ed il volto racchiuso dai suoi lunghi capelli.
Di tanto in tanto un’espressione indefinita attraversava, come un velo, il suo bel volto.
Un’espressione che sembrava racchiudere infinite emozioni e stati d’animo contrastanti.
Gila allora gettò lo sguardo in fondo a quel passaggio che stavano attraversando, preoccupato che qualcuno potesse raggiungerli.
Tornò poi a fissare i suoi due compagni, che stavano là, uno accanto all’altra, uniti dal contatto delle loro mani e dai meandri di un luogo che stavano attraversando insieme.

“Ti tiene la mano perché ha paura.” Mormorò la figura. “E tu lo sai…”
Guisgard fissava l’orizzonte sterminato.
“Come è bella la Cornovaglia…” disse mentre il vento gli accarezzava il volto e soffiava tra i suoi capelli “... a volte sembro dimenticarlo…”
“Siamo tristi quando avvertiamo qualcosa…” continuò la figura “... quando in noi vi è la consapevolezza che qualcosa ci manca…”
Anche Talia sembrava perdersi nel guardare la sconfinata campagna.
La sua mano era in quella di Guisgard e questo sembrava darle serenità.
Aveva lo sguardo disteso, con un sorriso appena accennato sul volto, mentre i suoi capelli, mossi dal vento, sfioravano il viso di Guisgard che stava accanto a lei.
Il cavaliere la fissava, cercando di scorgere nel suo sguardo pensieri e sensazioni.
“E’ bella, vero?” Chiese la figura a Guisgard. “Tanto bella che fa quasi male guardarla…”
“Verrai in chiesa con me, domenica?” Domandò Guisgard.
“Se vuoi ci verrò…” rispose la figura.
“Davvero?”
“Certo, perché non dovrei?”
“I frati mi hanno detto che occorre una nuova lancia per il San Michele della cappella.”
“Lo so.” Disse la figura.
“Ti piace qui?” Domandò Guisgard a Talia.
“Si, è molto bello” rispose lei voltandosi e sorridendogli “e poi c’è una pace…”
“Da qui potremo vedere un meraviglioso tramonto… e tutta la campagna si vestirà di un velo purpureo…”
Talia sorrise e chiudendo gli occhi si abbandonò a quella fresca brezza.
“Voglio condurla in un posto qui vicino.” Intervenne la figura.
“Non la lascerò venire con te!” Rispose lesto Guisgard.
“Ritorneremo qui prima che faccia totalmente buio.”
“Non la toccherai!”
“Perché mi dici questo?” Chiese la figura. “Sai che devo farlo…”
Guisgard gettò lo sguardo sulla sua cintura.
“Cerchi la spada?” Domandò la figura. “Se vuoi ti darò la mia…”
Guisgard non rispose e strinse ancora più forte la mano di Talia.
“Tornerò presto…” continuò la figura “… per ora verrà il nano con me…”
Guisgard lo fissò turbato.
“E poi verrò a prendere la ragazza… e tu sarai finalmente libero…”

“No, non voglio!” Urlò Guisgard nel sonno. “Non la toccherai!”
Gila ascoltò in silenzio le parole del suo amico.
Un freddo alito di vento percorse in quel momento quel passaggio, costringendo il nano a stringersi addosso il suo mantello.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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