Aprii gli occhi e subito dovetti schermarli con una mano contro la forte luce candida che riempiva l’ambiente. Sbattei un paio di volte le palpebre, perché gli occhi si abituassero e mi consentissero di guardarmi intorno... fu allora che notai una figura di fronte a me. Inizialmente ne distinsi appena gli esili contorni in controluce, poi lentamente la riconobbi...
“Mamma!” dissi, sorpresa “Dove siamo? Cos’è successo? Che ci fai qui? Dov’è Guisgard?”
Lei mi sorrise: “Una domanda alla volta!” disse con voce calma, come faceva quando ero piccola.
Mi guardai intorno un istante, poi scelsi un compromesso: “Non sono più nella mente di Guisgard?” chiesi.
Lei sorrise di nuovo: “Talia... Talia... che significato ha la tua domanda? Non si entra e si esce dai pensieri delle persone come da un edificio, perciò una mente bene organizzata può essere in molti posti e contemporaneamente in nessuno di essi. Credevo di averti insegnato almeno questo!”
La osservai un attimo, ma rimasi in silenzio... ero molto confusa!
“D’altra parte...” proseguì lei dopo un istante “La tua mente non è più così bene organizzata, non è vero? Ultimamente sei stata molto confusa, e poi hai perso molte delle tue certezze... tutto questo, credo, ti ha resa più vulnerabile!”
“Non so di cosa parli...” dissi in fretta, troppo in fretta.
Lei mi scrutò per un istante: “Lo sai benissimo, invece! Perché hai ferito la tua mente e di conseguenza il tuo corpo?”
“Dovevo scuoterlo!” replicai “Quello era l’unico modo!”
“Non era l’unico modo!” mi riprese “E’ stato semplicemente il primo che ti è venuto in mente! E’ stata un’azione emotiva, quindi... in altre parole, è stata un’azione dettata dal cuore e non dalla testa! E Guxio, ovviamente, se n’è accorto!”
Abbassai gli occhi in fretta e rimasi in silenzio... ciò che mi bruciava maggiormente era riconoscere nelle sue parole quel fondo di verità che non volevo ammettere neanche con me stessa!
“Che cosa devo fare adesso?” domandai, dopo un momento.
“Mi chiedi che cosa devi fare?” le sue parole mi giunsero leggermente irritate “Non hai seguito i miei consigli fino a qui, cosa ti fa pensare che io possa aiutarti adesso?”
Sollevai lo sguardo e la fissai: “Mi dispiace!” mormorai “Ma io credevo... Volevo... Il fatto è che lui... lui è...”
“So che cosa volevi!” mi interruppe la donna in tono più mite, poi mi scrutò con infinita dolcezza e soggiunse: “So che cosa pensavi, che cosa pensi e so che cosa desideri... ma hai fatto una scelta e adesso devi affrontarne le conseguenze!”
“E tu non lo puoi aiutare?”
“Aiutare il cavaliere?” mia madre si strinse nelle spalle “E’ la sua mente: se non vi fa chiarezza da solo, nessuno può farlo per lui! E di certo non io!” mi osservò ancora un momento, poi soggiunse “Io potrei portare fuori te, tuttavia... Se lo desideri potrei farti uscire, in modo da poter curare quella tua ferita!”
“Puoi far uscire me?”
“Certo! Usciresti dalla sua mente e ti sveglieresti... prima che sia troppo tardi!”
Rimasi per un istante immobile, poi scossi con forza la testa: “No!” dissi “Non lo posso lasciare da solo! Non voglio! Ci sveglieremo insieme... vedrai!”
Mia madre sorrise: “Te lo auguro! In ogni caso... sono fiera di te!”
Le sue ultime parole si dissolsero lentamente e io mi sentii scivolare via...
Aprii gli occhi e mi guardai intorno: ero in una stanza riccamente arredata, adagiata su di un letto soffice e caldo... la mia ferita era di nuovo aperta ed era stata tamponata, tuttavia il fianco continuava a far male insistentemente, dal che compresi di esser tornata nel suo sogno. ...anche se in uno scenario diverso!
Mi sollevai con fatica e cercai con gli occhi il cavaliere, ma non c’era. Il panico mi assalì... dov’era finito? Era con Guxio? Per quanto tempo era rimasto da solo con lui?
“Guisgard!” chiamai a pieni polmoni, con la voce intrisa di quella viva agitazione “Guisgard... dove sei? Corri! ...Ti prego!”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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