Il Sole penetrava nel grande cortile, inondando quel vasto spazio ed illuminando ogni cosa con i suoi raggi dorati.
I grandi alberi che correvano lungo i muri di quel recinto proiettavano lunghe ombre che sembravano intrecciarsi fra loro, generando strane immagini di chiaro scuro sulle quali era facile fantasticare.
Il cavaliere passeggiava svogliato, tirando via con dei calci i sassi che incontrava davanti a sè.
Poi si voltò verso il portone e lo trovò aperto.
"E' l'ora di uscita!" Gridò la sentinella. "L'ora di uscita!"
"Ma tornate tutti presto, cavalieri." Si raccomandò il monaco. "Perchè il corteo parte domani all'alba."
"Vedrete che io e Ermaus saremo puntuali." Rispose Guisgard.
"No, lui no!" Sentenziò il monaco. "Solo i cattolici possono partecipare e portare sulle loro spalle la statua del santo!"
"Ma lui è sempre stato un devoto cavaliere!" Esclamò Guisgard.
"E' ortodosso e non è degno!" Concluse il monaco.
"Ecco, questi sono i cattolici..." intervenne l'ombra.
Guisgard non rispose e si incamminò per le strade.
Qui c'erano festeggiamenti con canti e balli.
Mercanti, bardi, attori girovaghi e mercati di ogni genere.
"Bel cavaliere..." sussurrò una donna gettandosi al collo di Guisgard "... stanotte farà freddo, vuoi scaldarmi?" E rise forte.
"Guisgard!" Chiamarono alcuni cavalieri da una taverna. "Siamo qui, vieni anche tu!"
"Arrivo, amici!"
Poi ad un tratto si arrestò di colpo.
"Cosa c'è?" Chiese l'ombra.
"Questa voce..." mormorò Guisgard "... è la sua..."
"Ti sei sbagliato... qui c'è troppo chiasso per udire una voce e riconoscerla..."
"Ecco... di nuovo... è lei... è Talia... mi sta chiamando..."
"E' quello che vorresti sentire..." disse l'ombra "... è ciò che desideri... ma ti stai ingannando..."
"No, è lei..." rispose il cavaliere "... è lei e mi sta chiamando... devo andare..."
"Fermati ti dico!" Fece l'ombra prendendolo per un braccio.
"Lasciami andare da lei!"
"Non chiama te!"
"Lasciami andare dalla mia..."
"La tua cosa?" Domandò con un ghigno l'ombra.
"Lasciami andare!" E si liberò dalla presa dell'ombra.
Corse allora tra la folla, cercando di farsi largo, ma incontrava la resistenza di mille braccia.
"Resta con noi, cavaliere..." dicevano diverse donne mischiate tra la folla. "Vedrai che ti divertirai con noi..."
"Lasciatemi passare..." dimenandosi Guisgard "... toglietevi di mezzo..."
Ma più lui cercava di avanzare, più quelle donne tentavano di ostacolarlo.
"Lasciatemi, passare!" Urlava. "Lasciatemi passare!"
"Lasciatemi passare!" Gridava nel sonno Guisgard. "Lasciatemi passare!"
Gila allora si avvicinò al suo amico ed a Talia.
E fu in quel momento che si accorse della fianco sanguinante di lei.
"Che incanto è mai questo...?" Mormorò spaventato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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