La strada, deserta, avvolta nel buio della notte...
I cavalieri in parata, con gli stendardi alti...
Le lunghe file di fiaccole che giungevano fino al ponte d'ingresso del maniero...
"Su le lance!" Gridava il comandante della compagnia ai cavalieri.
Poi quella lieve e fresca brezza sul lago, come se soffiasse da lontano, lenta e malinconica...
E poi le stradine del vecchio borgo, il ricordo dei giochi d'infanzia, la nostalgia della terra natia...
"Sua grazia il vescovo!" Gridò una donna. "Si affaccia dalla torre per benedirci!"
"Cosa devo fare, maestro?" Chiese Guisgard.
Ma il vecchio cavaliere lo fissava senza rispondere nulla.
Poi tutti i cadetti corsero verso il cortile.
"Ehi, Guis..." lo chiamò Manues "... vieni, manchi solo tu!"
"No, non venire, Guis!" Gridarono gli altri. "Guxio ti sta cercando!"
Poi di nuovo quella strada buia e solitaria...
D'improvviso quei passi.
Erano loro, lo stavano inseguendo.
E sulla strada apparve quella figura.
Guisgard si avvicinò e riconobbe i tratti di una donna.
"Guisgard..." sussurrò Carry come a volerlo destare.
"Guisgard..."
"Guisgard..."
In quel momento Guisgard si destò finalmente dal suo sonno.
Era intontito ed il braccio ferito gli bruciava lievemente.
Tentò di alzarsi, ma sentiva qualcosa di pesante sul suo petto.
Era Gila, accasciato su di lui.
"Gila!" Gridò Guisgard. "Gila, cosa accade?"
Al richiamo del suo compagno, il nano aprì agli occhi.
Erano rossi, intrisi di sangue.
"Guis..." tentò di dire.
"Ma tu sei ferito!" Gridò il cavaliere. "Chi è stato?"
"Talia... hanno preso... Talia..."
"E perchè non mi hanno ucciso?" Domandò Guisgard.
"Ti... credevano... spacciato..." mormorò a fatica il nano "... e ti hanno ignorato..."
"Dove l'hanno portata?"
"Non lo so... ma è... in pericolo..."
"Andiamo..." disse Guisgard "... ti curerò e poi..."
"No..." lo interruppe il nano "... è tardi... per me..."
"Non essere sciocco!"
"Guis..."
"Gila, io non ti lascio qui da solo!"
"Guis..." sforzandosi il nano "... dimmi... sono riuscito a redimermi dalle mie colpe...?"
"Si... amico mio..."
"Sono un degno... Morgante?"
"Si... il migliore..." rispose sorridente il cavaliere.
Gila accennò un sorriso e poi spirò, tra le grida di rabbia e di dolore di Guisgard.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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