Le mura di Cartignone erano alle mie spalle, di fronte a me la massa indistinta e verdeggiante del bosco. Una figura cavalcava a passo di trotto proprio verso quel bosco... era distante e mi voltava le spalle ma io sapevo perfettamente di chi si trattava...
“Papà!” chiamai, ma lui non si voltò.
Presi allora a correre più velocemente che potevo, mentre continuavo a chiamarlo... avevo paura e non volevo se ne andasse, avevo paura perché sapevo che se avesse raggiunto quel bosco Guxio lo avrebbe preso e per lui non ci sarebbe stato scampo.
“Papà...” gridavo “Papà, aspetta! Non te ne andare... attento... Papà, ho paura...”
Ma lui era ormai sparito tra le fronde e non potevo più vederlo...
Mi inoltrai allora nel bosco anche io, certa che dovesse essere lì da qualche parte, certa che non potesse essere lontano...
E ad un tratto gli alberi si diradarono e io mi trovai in cima ad un’alta rupe scoscesa. Era un costone di roccia alto e battuto da un vento tanto forte che rischiava di farmi volare via... Mi schiacciai a terra spaventata e fu allora che, guardando verso il basso, lo vidi: in fondo alla gola che quella rupe dominava, stretta come un cunicolo scavato nella roccia stessa, c’era Guisgard. Lo osservai, sorpresa, e subito mi sentii meglio... avrei voluto chiamarlo ma era così lontano che ero certa non mi avrebbe sentita... mi guardai, allora, intorno in cerca di un modo per scendere da lassù, un modo per raggiungerlo...
“E’ inutile!” disse ad un tratto una voce malevola alle mie spalle “Non lo raggiungerai mai! Non lo rivedrai mai più!”
“Sì, invece!” ribattei “Devo solo trovare la strada!”
“Non vi è una strada!” disse Guxio, comparendo al mio fianco “E comunque non arriveresti in tempo... guarda!”
Seguii il cenno della sua mano e guardai in basso... il cavaliere era ancora là, ma ora era circondato da decine e decine di uomini tatuati, pronti alla lotta.
“No!” gridai. Mi voltai verso Guxio e soggiunsi: “No, ti prego! Me lo avevi promesso... avevi promesso che non ci sarebbe andato di mezzo più nessuno!”
Lui sogghignò: “Ma che differenza fa, per te, se lui vive o muore? Tanto se ne andrà comunque!”
“Non se ne andrà!” mormorai, a mezza voce.
“Se ne andrà, e lo sai! Se ne andrà come hanno fatto tutti! Tua madre... che un bel giorno è scomparsa nel nulla e ti ha lasciata sola, con il fardello di un potere che non conosci e non sai gestire! Tuo padre... partito per quella missione e mai ritornato! Eileen... che non ha voluto ascoltarti ed è morta! Tutti loro ti hanno lasciata... e succederà ancora, lo sai benissimo! Tu non hai nessuno... soltanto io ti posso offrire un futuro, e perciò farai ciò che ti chiederò!”
“Io non lo voglio il tuo futuro!” ribattei... ma la mia voce tremava forte, ormai.
“Lo vorrai! Lo vorrai quando non avrai altra scelta!” sogghignò, poi mi indicò di nuovo un punto in fondo a quella gola... gettai uno sguardo e vidi il gruppo che avevo visto nello specchio: riconobbi il giovane cavaliere che avevo incontrato a Cartignone, riconobbi il Cappellano, vidi una dama che non conoscevo, una bambina, un vecchio... Guxio rimase in silenzio per un istante, poi riprese: “Tutti loro, come tutta Cartignone, non dipendono che da me! Guardali, io posso decidere di farli vivere o di farli morire... posso decidere di ogni singola individuo: il futuro di Cartignone sono io! E dunque, come vedi, non esiste altra via che tu possa percorrere... ed è perciò ti piegherai a me!”
“Io non voglio che muoia più nessuno!” mormorai.
L’uomo mi fissò: “Tu... non vuoi?” continuò ad osservarmi per un tempo infinito, infine scoppiò a ridere “Non vuoi? E invece avverrà ancora... e inizieremo proprio da qui!”
Così dicendo mosse una mano e davanti ai miei occhi comparve di nuovo Guisgard...
“Comincerò da lui... e la colpa sarà tutta tua! Di nuovo!”
“Noooo!”
Mi svegliai di soprassalto. Mi sentivo la fronte imperlata di sudore freddo e la risata malvagia di Guxio che ancora mi risuonava nelle orecchie.
Mi guardai intorno... non sapevo dove mi trovavo ma non me ne importava niente, perché le immagini di quell’incubo erano ancora tanto fresche nella mia testa che continuavano a far male.
Chiusi gli occhi e cercai di scacciarle, però tutto ciò che ottenni fu una nuova, intensa ondata di panico e rammarico.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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