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Vecchio 22-01-2011, 03.43.19   #1001
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il pomeriggio era fresco e dolcemente ventilato.
Quella lieve brezza, soffiando sulla sconfinata campagna, rendeva l’aria asciutta ed il paesaggio limpido.
Le ombre del vecchio borgo si allungavano dolcemente, coprendo come un manto ogni stradina ed ogni piazzetta, man mano che il Sole si abbassava verso Ponente ed il cielo si tingeva di un vivo e sognante alone vermiglio.
La vecchia rocca era da sempre il rifugio di quei piccoli temerari, che con i loro giochi assumevano di volta in volta l’audacia dei pirati, il coraggio dei cavalieri o la sete di avventura di esotici marinai.
“Solo chi sarà nominato cavaliere” proclamò il piccole re con la sua rozza corona di foglie e rametti attorcigliati “potrà partecipare alla Sacra Ricerca!”
“E come si diventa cavaliere, maestà?” Chiese Parro.
“Lo sarà” rispose il re agitando la sua spada di legno “chi verrà toccato dalla mia spada!”
“Allora nominatemi vostro cavaliere, sire!” Esclamò il piccolo Parro.
“Solo quando avrete ucciso almeno un drago e salvato la fanciulla da esso rapita!” Disse il bambino arrivato proprio in quel momento.
“Sir Guisgard!” Gridò felice Parro.
“Benvenuto, Primo Cavaliere del mio regno!” Lo salutò il piccolo re.
“I miei omaggi, sire.” Rispose con un sorriso Guisgard.
“Siete pronto per la nostra Mistica Ricerca?” Chiese il re.
“Sono qui per questo.” Con un inchino il nuovo arrivato.
“Ah, siete qui!” Esclamò la bambina appena li ebbe raggiunti.
“Talia…” disse Guisgard “… ti avevo detto di non seguirci! Tornatene a casa, questo non è posto per una bambina!”
“Ma perché?” Chiese la fanciulla. “Voglio giocare con voi…”
“Le donne non possono diventare cavaliere!” Sentenziò il piccolo re.
“Ma nei romanzi ci sono anche le dame, vostra maestà.” Precisò Parro. “Ed anche le fate e le streghe, se proprio vogliamo dirla tutta!”
“Hai visto cosa mi hanno dato le suore oggi a scuola?” Chiese Talia, mostrando qualcosa a Guisgard. “E’ una rosa…”
“E’ roba da femminucce” rispose Guisgard “e a noi cavalieri non interessa!”
“Ben detto, sir Guisgard!” Esclamò il re.
“Oh…” mormorò lei dispiaciuta “… guarda… dalla mia rosa si sono staccati dei petali…”
Il re e Parro scoppiarono a ridere.
“Puoi aggiustare il mio fiore, Guisgard?” Chiese la bambina quasi con gli occhi lucidi.
“Ah, dammi qua…” fece lui “... ora cercherò di accomodarlo io…”
Si voltò di spalle e, attento a non farsi scorgere da lei, mise in tasca quei petali caduti.
“Ecco, la tua rosa è di nuovo intera.”
“Grazie, Guisgard!” Esclamò lei raggiante.
“Si sta facendo tardi…” disse Guisgard “… meglio tornare a casa…”
“Sono stanca…” mormorò Talia “... la strada è molto lunga?”
“Dobbiamo scendere dalla rocca e risalire dove c’è la chiesa di Giorgio.” Rispose il piccolo re.
“Dai, sali sulle mie spalle” disse Guisgard a Talia “altrimenti si farà ancora più tardi ed i tuoi genitori si preoccuperanno.”
La bambina montò sulle spalle di Guisgard ed i quattro si avviarono verso il centro del vecchio borgo.
“Il mio fiore è proprio bello!” Esclamò Talia perdendosi nei colori e nel profumo della sua rosa.”
“Domani però” disse il re a Talia “per giocare dovrai sceglierti un personaggio, altrimenti non ti faremo restare alla vecchia rocca!”
“Potresti fare la fata Morgana…” intervenne Parro.
“Io voglio fare la principessa…” mormorò Talia.
“Allora potrebbe fare Ginevra!” Disse Parro.
“Ginevra era regina, non principessa!” Precisò il re.
“Si, ma prima di diventarlo” replicò Parro “era una principessa.”
“Dobbiamo chiederlo a Guisgard…” disse il re “… in fondo Ginevra era innamorata di Lancillotto e quel cavaliere lo impersona sempre lui.”
“E sia…” fece Guisgard “… ma solo per gioco…” voltandosi verso Talia “… ma…” farfugliò lui.
“Cosa c’è?” Chiese Parro.
“Schhh…” fece con un dito Guisgard ai due bambini “… si è addormentata…”
“Eh, le femmine…” osservò il re “… non saranno mai forti come noi maschi!”
“Andiamo, manca poco ormai…” indicando la strada Guisgard.
Portava Talia sulle spalle.
La bambina si era avvinghiata con le braccia al collo di lui ed i suoi lunghi capelli scendevano sul volto di Guisgard, accarezzandolo ad ogni passo.
“Mmm…” mormorò nel sonno lei “… ti amerò per tutta la vita…”
“Uh…” si voltò lui.
“Cosa c’è?” Chiese Parro.
“Nulla…” rispose Guisgard “… starà sognando di qualcuno…”
Poco dopo la piccola Talia si ritrovò nel suo lettino.
“Ti sei svegliata, finalmente.” Disse la mamma entrando nella stanza con una tisana calda e dei biscotti. “Eri stanchissima. Sono stati i tuoi amichetti a riportarti a casa.”
La piccola alzò allora la testa dal cuscino e vide accanto a se la sua bellissima rosa.
Poco distante da quella casa, presso le rovine delle antiche mura del borgo, un bambino fissava pensieroso il Sole ormai prossimo al tramonto.
Aprì la mano che racchiudeva i petali della rosa di Talia e restò a guardarli.
“Chissà di chi stava sognando…” si chiedeva mentre un velo di malinconia, come portato dal vento, si diffondeva sull’incantata campagna.

In quel momento entrò qualcuno nella stanza e Talia si destò da quel sogno.
“I sogni…” disse Guxio “… dolce riparo dai tormenti della vita… ma i più fortunati, talvolta, possono realizzare i propri sogni… mentre ai più sfortunati restano solo gli incubi…”
E la fissò con quel suo volto consumato dall’odio e dalla malvagità.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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