"Non guardate questi disegni, milady..." disse Guisgard a Gaynor "... essi sono come un orribile trofeo della follia sanguinaria di quei fanatici ed hanno il solo scopo di terrorizzare chi li vede."
Ci fu poi uno scambio di battute tra il cavaliere e il suo giullare, dopodichè Guisgard le si rivolse nuovamente: "Capite ora con chi abbiamo a che fare? E voi che volevate tornare da sola nel bosco!"
"Milord, se anche non mi girassi mai più verso le pareti, l'orrore di quelle atrocità sarebbe comunque ben vivo nella mia mente, non sempre c'è bisogno degli occhi per poter guardare... E non pensate che essendo rimasta qui abbia meno paura che se fossi tornata indietro per il bosco, anzi... Forse se me ne fossi andata avrei avuto più probabilità di uscirne viva..."
Gaynor fu interrotta dalle parole del giovane Morven: “Guisgard, state in guardia… sta per succedere qualcosa…”
"Cosa volete dire?" Chiese inquieto Guisgard voltandosi verso Morven.
Ma non riuscì ad aggiungere altro.
Una lenta melodia, simile ad un confuso lamento, cominciò a diffondersi nell'aria.
"Ci siamo..." mormorò Gaynor "... ecco che comincia la danza della morte..."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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