Cittadino di Camelot
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La lotta era furiosa, e lo stretto passaggio in cui erano stato costretti rendeva il tutto più concitato, drammatico e confusionario.
Il rumore delle spade sembrava amplificarsi in quelle volte, ferire le orecchie, mentre gli sguardi si facevano più attenti, cercando di vedere bene il nemico in quella semi oscurità.
D'un tratto Dukey colpì Guisgard a tradimento.
Il cavaliere si accasciò al suolo, e per un istante Morven esitò nell'assestare un colpo, distratto da quell'imprevisto, ma non ebbe il tempo di far nulla, perchè, rapido come un lampo, Dukey afferrò Lyan e cominciò ad urlare.
“Deponete le armi, bastardi! Fatelo subito o la mia spada affonderà nella gola di questa ragazzina come un coltello nel burro caldo!”
Morven arretrò e smise di attaccare, ma teneva ancora ben stretta Samsagra tra le sue mani. Le sue dita si torsero ancor di più attorno all'elsa della spada... non aveva alcuna intenzione di abbandonarla... non aveva alcuna intenzione di arrendersi... no, a quel bifolco, traditore, viscido, arrogante! No!
Cominciò ad arrovellarsi attorno ad un pensiero... che posso fare, che posso fare?... quella frase sembrava quasi una litania ossessiva nella sua mente, mentre si sforzava di pensare il più velocemente possibile, e i suoi occhi si spostavano rapidissimi intorno, alla ricerca di qualcosa che potesse fornirgli una possibile soluzione.
Fu in quel momento che Gaynor, posò con estrema cautela il pugnale sul pavimento, e con la stessa calma soprannaturale cominciò a parlare a Dukey, fissandolo dritto negli occhi.
"Ecco, ho fatto ciò che hai chiesto" aveva cominciato "Gli altri mi imiteranno subito, ma lascia andare la bambina. Prendi me al suo posto..."
Sì, era perfetto. Quel lungo discorso pacato avrebbe distratto Dukey almeno per qualche istante, giusto il tempo di poter agire.
Se fosse riuscito in qualche modo a lanciare Samsagra contro quel manigoldo, se fosse riuscito anche soltanto a coglierlo di sorpresa e a ferirlo, anche superficialmente, forse il dolore e lo stupore avrebbero spinto Dukey a mollare la presa sulla bambina, e questo avrebbe permesso loro di recuperarla. Questa non era certo una soluzione a quella spiacevole situazione, ma forse avrebbe permesso loro di tenere le armi e di non dover cedere a quel vile ricatto.
Era una mossa avventata, ne era ben cosciente, ma d'altra parte, vista la situazione in cui si trovavano, non aveva nemmeno nulla da perdere.
Così, mentre la dama continuava a parlare, Morven abbassò il braccio, e fece scivolare giù l'elsa di Samsagra, come se avesse voluto imitare il gesto di Gaynor, e abbandonare a sua volta la spada ai suoi piedi.
Ma quando lasciò l'elsa, si fece scivolare tra le dita la lunga dragona e ne attorcigliò le estremità alla mano.
Tenendola così legata, con un rapido scatto del braccio, lanciò la spada contro le gambe di Dukey.
La lama sibilò rapida e un bagliore tagliò l'aria.
La spada colpì con la punta il suo bersaglio, incise la carne, quindi roteando scivolò nuovamente verso il suo padrone, che fu pronto a ghermirla.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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