Intanto, al palazzo di Cartignone, Frigoros aveva riabbracciato Talia.
L'uomo fissò per un qualche istante la ragazza.
I suoi grandi occhi quasi avvolgevano quelli di lei, che sembravano volersi abbandonare in quelli del vecchio principe.
“Va tutto bene, piccola mia?”
Così era solito chiamarla sin dalla sua infanzia.
E col tempo nulla era cambiato per Frigoros.
Soprattutto dopo la morte di Eileen.
Con la mano accarezzò il volto di Talia e lo sollevò piano, quasi a voler unire ancora di più i loro sguardi.
“Milord…” intervenne Guxio “… lady Talia ha assistito a scene terribili… è stata molto provata da ciò che è accaduto… ora deve solo riposarsi…”
“E’ vero…” rispose Frigoros senza però smettere di fissare la ragazza “… ora un bel riposo è ciò che occorre… se vorrai parlarmi sai dove trovarmi…” aggiunse baciandola sulla fronte.
Fece cenno ad alcuni servitori che subito accompagnarono la ragazza nei suoi appartamenti.
E quando vi giunse trovò ad accoglierla un letto morbido per dar sollievo a quella dolorosa stanchezza.
Una stanchezza che però attanagliava più il cuore e l’anima, che il corpo stesso.
Poco dopo, in un’altra stanza del palazzo, due figure inquiete parlavano fra loro.
“Non mi piaceva lo sguardo con cui Frigoros guardava Talia…” mormorò Bumin mentre fissava la campagna di Cartignone da una finestra “… non so… ma mi sembrava perplesso…”
Guxio non rispose nulla, restando seduto con le dita incrociate.
“Per lui quella ragazza è come una figlia” aggiunse il cavaliere “e la conosce come pochi altri…”
“Sta tranquillo…” rispose Guxio, rompendo finalmente quel silenzio in cui sembrava essersi rinchiuso “… il buon Frigoros è afflitto da quella cosa che tutti definiscono bontà, ma che io chiamo solo debolezza… per molti una virtù, certo, ma inadeguata a chi è costretto a regnare sui suoi simili… il nostro Frigoros è incapace di vedere il male nelle persone che ama… egli è convinto che nel suo palazzo dominino lealtà ed onore…”
“Intendete dire” voltandosi Bumin “che non potrebbe mai sospettare di noi?”
“Mi crede un devoto consigliere…” rispose Guxio “… e questo è un vantaggio non da poco… e che io so sfruttare bene…”
“Ma se quella ragazza vuotasse il sacco sarebbe la sua parola contro la vostra!”
“La nostra bella dama non è affatto sciocca…” mormorò il chierico con una nota di sinistra sicurezza nella sua voce “… a Cartignone non vi è più un’armata fedele al vecchio Frigoros… i nostri adepti sono ovunque… potrei farlo avvelenare in questo stesso momento, o farlo sgozzare dal barbiere che crede tanto di fiducia, o magari strangolare nel sonno dal suo stesso medico personale… il mio potere è ovunque… abbiamo in scacco l’intera città…”
In quello stesso momento, Frigoros era assorto nei suoi pensieri.
Passeggiava insolitamente nervoso nella biblioteca e di tanto in tanto si fermava a gettare uno sguardo da una delle finestre.
Ripeté questa sorta di rituale più volte, fino a quando il suo sguardo si posò sulla scacchiera che aveva sul tavolo.
Prese il pezzo del re nero quando all’improvviso entrò un servitore.
Il signore di Cartignone fu colto da un attimo di smarrimento e lasciò cadere la pedina sulla scacchiera.
“Cosa vi occorre, milord?”
“Ecco…” rispose Frigoros dopo qualche istante “… quando lady Talia avrà riposato fatela venire da me… desidero parlarle…”
“Si, mio signore.”
E rimasto di nuovo solo, lo sguardo del vecchio principe tornò sulla scacchiera e vide allora che il re nero, cadendo, aveva rotto il re bianco.