Guardavo il volto del principe mentre mi parlava, le sue mani carezzavano piano i miei capelli e i suoi occhi erano fissi nei miei... e io avevo una gran voglia di mettermi a piangere, a piangere e a gridare. Avrei voluto alzarmi e correr via, correre finché le gambe mi avessero tenuta, correre fino a che il fiato non mi fosse venuto a mancare e la stanchezza non avesse avuto il sopravvento, trascinandomi via da quel dolore, sottraendomi a quella frustrazione e a quel senso di vuoto che mi scavava dentro...
All’improvviso un ricordo affiorò nella mia mente...
Fasci di una candida luce filtravano dalle alte finestre e bagnavano il lucido pavimento marmoreo del corridoio, ma i miei piedi sembravano sfiorare appena quella superficie mentre correvo a perdifiato verso l’ultima porta in fondo... ero in ritardo quella mattina e probabilmente Eileen mi stava già aspettando...
“Hey, Talia!” mi chiamò una voce, verso la metà del corridoio.
Mi bloccai e mi voltai indietro, in tempo per vedere un ragazzino di circa la mia età oltrepassare una porta laterale e richiudersela alle spalle...
“Ma le dame non dovrebbero essere calme e pacate? Tu corri come una furia!”
“Hey Dukey!” ribattei indispettita “Ma i futuri cavalieri non dovrebbero stare nel cortile ad allenarsi? Tu te ne stai sempre a bighellonare in giro!”
Un lampo d’ira gli passò negli occhi, mentre in fretta mi veniva di fronte: “Io sono il migliore di tutti e diventerò il più forte cavaliere di Cartignone... e allora la dovrai smettere di parlarmi così e inizierai a temermi anche tu!”
Mi tirai indietro di mezzo passo e sfoderai un sorriso sarcastico... Dukey era prepotente e attaccabrighe, ma io non ero disposta a dimostrargli sottomissione...
“Buon per te!” ribattei “Ma fino a quel momento, fammi il favore di girarmi al largo...”
Mi voltai per andarmene, ma ciò che vidi mi pietrificò dov’ero: Bumin era precisamente dietro di me e mi stava fissando con un’espressione glaciale... Bumin era il cavaliere preposto all’addestramento dei giovani... era presuntuoso e aggressivo, e mi spaventava: un conto era tener testa a Dukey, che aveva pressappoco la mia età, un conto era trovarsi di fronte Bumin...
In fretta chinai la testa e mi mossi rapidamente, cercando di aggirarlo...
Lui però mi sbarrò la strada, mi afferrò per un braccio e mi trascinò di nuovo indietro, di fronte a Dukey.
“Ha ragione lei!” disse dopo un momento al ragazzo, stringendomi con forza i polsi “Se non riesci a farti valere ora, non ci riuscirai mai! Avanti, Dukey, vediamo cosa sai fare...” e mi spinse un po’ più avanti, sempre tenendomi stretta.
“Lasciatemi!” mormorai, tentando di divincolarmi.
Bumin scoppiò a ridere: “Oh, andiamo... sei la lezione di Dukey per oggi, fai la brava!”
“Lasciala!” ordinò ad un tratto una voce alle nostre spalle “Ora!”
Ci voltammo tutti, mio padre stava avanzando lungo il corridoio con passo calmo ma deciso. Giunse di fronte a noi, si fermò e, lentamente, ripeté: “Lasciala, Bumin, o ti stacco la testa!”
Avvertii le mani di Bumin sui miei polsi esitare un momento, poi la presa si allentò... io sfilai le mani e in fretta mi spostai di fianco a papà.
L’uomo seguì il mio movimento con gli occhi, poi li spostò sul volto di mio padre...
“Sir Geoffrey... andiamo, stavo solo scherzando!”
Il volto di mio padre era impassibile, gli occhi fiammeggianti erano piantati sul volto dell’uomo che gli stava di fronte: “Tu toccala di nuovo e sarà l’ultima cosa che avrai fatto nella tua inutile vita!”
Anche Bumin si fece serio: “Non è saggio parlarmi così, sir Geoffrey... sarai pure un fedelissimo del principe, ma io...”
“Il principe non c’entra! Tu pensa solo a tenere le tue sudice mani lontane da mia figlia, o ti assicuro che nemmeno il Creatore in persona potrà salvarti da me. Chiaro?” lo scrutò ancora per un istante poi, accennando a Dukey, soggiunse “E ora prendi il tuo galoppino e sparisci!”
Il bacio del principe sulla mia fronte mi riscosse da quel ricordo... e mentre lo guardavo uscire dalla stanza una lacrima mi scivolò sulla guancia...
Fu in quel momento che entrò Guxio.
Inspirai profondamente e mi voltai a guardarlo...
“Ho fatto ciò che volevi!” gli dissi “Come vedi anche io mantengo la parola! Ora voglio il mio regalo di nozze! Voglio Guisgard e gli altri... li voglio qui, voglio vederli! Voglio che assistano al matrimonio!”
__________________
** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
|