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Galgàno Guidotti (Chiusdino, 1148 - 3 dicembre 1181), è una figura leggendaria vissuta, secondo la narrazione trecentesca, in Toscana nel basso medioevo, santo per la Chiesa cattolica.
L'esistenza di Galgano è avvolta nel mistero, nella simbologia e per molti versi nell'incertezza, come incerto è il suo stesso cognome. Nacque probabilmente nel 1148 a Chiusdino, ora in provincia di Siena, da Guidotto e Dionigia, in una famiglia della piccola nobiltà locale, e morì il 3 dicembre 1181, giorno della celebrazione liturgica
Secondo la leggenda, fu un figlio a lungo desiderato e destinato, per i costumi dell'epoca, ad una vita da guerriero, quale cavaliere medievale, e nacque durante quella parte del Medioevo che si esprimeva nel suo territorio, quello che è oggi appunto il senese, con le lotte dei signori locali, Gherardesca, Pannocchieschi ed altri, per la supremazia politico-militare. Era un'epoca di violenze, soprusi e stupri vissuti anche in modo ludico, come manifestazione di vigore e vitalità, ma sempre tesi ad affermare la propria forza e ad ampliare la propria sfera di dominio.
In questo contesto storico, Galgano ebbe una gioventù improntata al disordine e alla lussuria, salvo in seguito convertirsi alla vita religiosa e ritirarsi in un eremitaggio vissuto con la medesima
La narrazione della storia di Galgano è ricca di simbolismi e l'atmosfera sembra quasi magica. La spada, strumento di guerra e di morte, è trasformata in strumento di pace e di speranza; il mantello, orgoglio di ogni cavaliere, diventa umile e povera veste eremitica. È quasi una anticipazione dell'avventura di San Francesco.
Galgano era il cavaliere che abbandonava il suo mondo, disgustato dalle nefandezze commesse e da quelle che vedeva continuamente commettere, per dedicarsi ad una vita di eremitaggio e penitenza nella ricerca di quella pace che il suo tempo non consentiva e di quel desiderio e contemplazione di Dio che solo la vita ascetica poteva permettere.

Spada di san Galgano
Il suo ha dei punti in comune con un altro mito, quello di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda a cui lo avvicina il suo stato di cavaliere, la purezza d’animo, il disprezzo della mondanità, la spada nella roccia ed anche il suo nome, Galgano, molto simile a quello del cavaliere Galvano.
La vita di Galgano anticipa temporalmente il ciclo bretone, che, forse, ne trae ispirazione. Anche l'architettura della Rotonda, la chiesetta che custodisce la spada, è carica di simbolismi. Vi sono richiami etruschi, ma anche celtici e templari: la cupola emisferica a cerchi concentrici, il disegno a linee alterne delle pareti esterne, il luogo su cui è costruita, Monte Siepi, che richiama un sito boscoso idoneo ad un'ara pagana.
Galgano è un santo dalla valenza iniziatica: le sue traversie per giungere alla redenzione lo rendono una figura archetipica, un riferimento per tutti quei santi, a partire proprio da san Francesco, che nell'ascetismo ritrovano al via della salvezza ma anche il prototipo per tanti ordini cavallereschi.
Tutto quello che ricorda Galgano ha il sapore del mito, e la visione di quella spada infissa nella roccia suscita ancora emozioni ancestrali.